Vangelo (Mc 1,40-45) - In quel tempo, venne a Gesù un lebbroso: lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi guarirmi!». Mosso a compassione, stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, guarisci!». Subito la lebbra scomparve ed egli guarì. E, ammonendolo severamente, lo rimandò e gli disse: «Guarda di non dir niente a nessuno, ma va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro». Ma quegli, allontanatosi, cominciò a proclamare e a divulgare il fatto, al punto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma se ne stava fuori, in luoghi deserti, e venivano a lui da ogni parte.
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
La predicazione di Gesù in Galilea durò varie settimane e, durante questo periodo, compì vari miracoli, tra i quali questo che riguarda un lebbroso. Com’è noto i lebbrosi erano condannati alla marginalità, per paura del contagio. La loro condizione era considerata “impura” e li escludeva dalla presenza stessa di Dio. In quel lebbroso è presente tutta la schiera di coloro che ancora oggi non hanno speranza di guarigione, sono allontanati dagli uomini e si pensano dimenticati anche da Dio. Quel lebbroso si mise in ginocchio e invocò la guarigione da Gesù, l’unica persona che non lo aveva allontanato. L’evangelista Marco nota che Gesù, al vederlo, «ne ebbe compassione». È qui l’origine del miracolo: muoversi a compassione per tutti i poveri. Gesù ascoltò la preghiera di guarigione del lebbroso e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». Toccò quindi con la mano quel lebbroso che per legge non poteva essere nean-che avvicinato. Tutti e tre i sinottici notano che Gesù toccò con la mano il lebbroso. Attraverso questo contatto fisico Gesù lo guarì, gli ridiede la dignità nel corpo e il diritto di abitare con tutti senza essere più discriminato. I tanti lebbrosi di oggi non dovrebbero avere verso di noi, discepoli di Gesù, quella stessa fiducia che quel lebbroso riponeva nel giovane profeta di Nazaret? Dall’incontro tra la fiducia del lebbroso e la commozione di Gesù sgorgò quel miracolo. Gesù, forse per impedirgli di essere perseguito perché aveva violato la prescrizione, lo ammonì di non dire nulla, ma di presentarsi ai sacerdoti e offrire quanto era prescritto. Ma quell’uomo, pieno di gioia, non si trattenne dal divulgare la notizia e comunicò la gioia traboccante che sentiva. Questa scena evangelica ci viene annunciata perché anche noi possiamo ascoltare il grido dei poveri come lo ascoltava Gesù e, con il suo aiuto, “operare” anche noi i miracoli che lui stesso faceva e allargare la gioia dei poveri in questo nostro mondo.