Vangelo (Mc 1,21-28) - In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
L’evangelista Marco, a differenza di Matteo e Luca che presentano l’inizio della predicazione con il lungo discorso delle beatitudini, non riporta discorsi di Gesù. Sottolinea solamente che Gesù insegnava e con autorità. Coloro che lo ascoltavano infatti «erano stupiti del suo insegnamento», appunto perché «egli insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi». Cos’è questa autorità di cui parla l’evangelista? Non certo le qualità umane magari straordinarie che Gesù poteva avere. La sua autorità gli veniva dallo Spirito di Dio che si era posato su di lui come una colomba nel giorno del Battesimo. Il Deuteronomio ricorda a Israele: «Io – dice il Signore – susciterò loro un profeta… e gli porrò in bocca le mie parole». Ma quando la profezia diviene rara gli «spiriti immondi» prevalgono: senza trovare ostacolo prendono possesso dei cuori degli uomini e della vita della città. C’è bisogno che la profezia del Vangelo torni a percorrere le vie delle nostre città con la sua autorità e la sua forza che cambia il cuore e la vita. Già il Deuteronomio, nel brano citato, avvertiva: «Se qualcuno non ascolterà le parole che egli (il profeta) dirà in mio nome, io gliene domanderò conto». L’autorità del Vangelo viene da Dio che ha consegnato il libro alla Chiesa, alla comunità dei credenti, appunto perché fosse predicato. Ed è nel Vangelo predicato nello Spirito di Dio che risiede la sua forza. In quella sinagoga di Cafarnao, al sentire Gesù parlare del Vangelo del regno, quegli spiriti immondi iniziano a gridare: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci». Avevano compreso che il Vangelo è la loro rovina. Quella sinagoga di Cafarnao rappresenta i tanti luoghi nel cuore delle periferie del mondo perché la predicazione del Vangelo possa portare guarigione e salvezza. Questa domenica ci esorta a stupirci dei miracoli che la predicazione del Vangelo non cessa di operare per essere a nostra volta rafforzati nella fede vedendo la forza di questo «insegnamento nuovo, dato con autorità»
- In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
L’evangelista Marco, a differenza di Matteo e Luca che presentano l’inizio della predicazione con il lungo discorso delle beatitudini, non riporta discorsi di Gesù. Sottolinea solamente che Gesù insegnava e con autorità. Coloro che lo ascoltavano infatti «erano stupiti del suo insegnamento», appunto perché «egli insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi». Cos’è questa autorità di cui parla l’evangelista? Non certo le qualità umane magari straordinarie che Gesù poteva avere. La sua autorità gli veniva dallo Spirito di Dio che si era posato su di lui come una colomba nel giorno del Battesimo. Il Deuteronomio ricorda a Israele: «Io – dice il Signore – susciterò loro un profeta… e gli porrò in bocca le mie parole». Ma quando la profezia diviene rara gli «spiriti immondi» prevalgono: senza trovare ostacolo prendono possesso dei cuori degli uomini e della vita della città. C’è bisogno che la profezia del Vangelo torni a percorrere le vie delle nostre città con la sua autorità e la sua forza che cambia il cuore e la vita. Già il Deuteronomio, nel brano citato, avvertiva: «Se qualcuno non ascolterà le parole che egli (il profeta) dirà in mio nome, io gliene domanderò conto». L’autorità del Vangelo viene da Dio che ha consegnato il libro alla Chiesa, alla comunità dei credenti, appunto perché fosse predicato. Ed è nel Vangelo predicato nello Spirito di Dio che risiede la sua forza. In quella sinagoga di Cafarnao, al sentire Gesù parlare del Vangelo del regno, quegli spiriti immondi iniziano a gridare: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci». Avevano compreso che il Vangelo è la loro rovina. Quella sinagoga di Cafarnao rappresenta i tanti luoghi nel cuore delle periferie del mondo perché la predicazione del Vangelo possa portare guarigione e salvezza. Questa domenica ci esorta a stupirci dei miracoli che la predicazione del Vangelo non cessa di operare per essere a nostra volta rafforzati nella fede vedendo la forza di questo «insegnamento nuovo, dato con autorità»