Vangelo (Mc 6,1-6) - In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
Gesù torna nella sua “patria”. La sua fama è andata ormai ben oltre la Galilea. Quando rientra nella sinagoga, ove per tanti anni aveva ascoltato le Scritture e aveva pregato il Signore, i concittadini accorrono per ascoltarlo. Tutti sono stupiti di fronte alle parole di questo loro concittadino, che pensano di conoscere bene. E si pongono anche la domanda giusta che dovrebbe aprire alla fede: «Da dove gli vengono queste cose?». Purtroppo, gli abitanti di Nazaret si fermano alla conoscenza abitudinaria: «Non è costui il falegname?», si dicono l’un l’altro. Era un mestiere che non offriva una particolare reputazione. Gli riconoscono una certa sapienza e una rilevante capacità taumaturgica, ma non accettano che parli con autorità sulla loro vita e sui loro comportamenti. Gesù non parlava per stupire, ma per convertire i cuori, per cambiare la propria vita e metterla al servizio della giustizia e della misericordia. Ma questo si scontra con l’orgoglio di chi pensa che non c’è nulla da cambiare nella propria vita. Ma è proprio questa la logica della fede: accogliere l’autorità del Vangelo sulla propria esistenza. L’incredulità è non accogliere il Vangelo con questi sentimenti. Ma senza questa fede il Signore non può operare miracoli. Marco nota, appunto, che Gesù non poté operare miracoli. Non che non volle, ma «non poteva». Il miracolo è la risposta di Dio a chi tende la mano per chiedere aiuto. Nessuno di loro tese la mano; tutti avanzavano pretese. La via per incontrare il Signore è lasciarsi interpellare da lui, lasciarsi amare da lui. E quei pochi malati che lo chiesero furono guariti.