Vangelo (Mc 7,31-37) - In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
Gesù continua a comunicare il Vangelo fuori dai confini di Israele. Alcuni pagani, ai quali era giunta la fama di guaritore del giovane profeta, portano davanti a Gesù un uomo sordomuto. Gesù lo prende con sé e lo porta in disparte, lontano dalla folla. Il Vangelo continua a sottolineare che la guarigione, qualunque essa sia, nel corpo o nel cuore, avviene sempre in un rapporto diretto con Gesù, non nella confusione del mondo. Anche in questo caso Gesù, dopo averlo toccato con le mani, come a sottolineare la concretezza del rapporto e dopo aver rivolto al cielo la sua preghiera, dice solo una parola a quel sordomuto: «Apriti!». Egli guarisce dalla sua chiusura: inizia a sentire e a parlare. «Apriti!» dice Gesù anche a noi. Anche noi talvolta siamo sordi e muti davanti al Signore, perché non ascoltiamo e quindi non parliamo e non comunichiamo con gioia la forza di guarigione del Signore. Poco più avanti Gesù dirà agli stessi discepoli: «Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?» (Mc 8,17-18). Lo stupore della folla al contrario è immediato e inizia a diffondersi. Gesù vorrebbe che tacessero. Ma com’è possibile essere muti davanti al Vangelo che salva? Certo, tante volte siamo muti perché non vediamo e non ascoltiamo. Il ripiegamento su sé stessi impedisce lo sguardo della fede. Ma se apriamo le orecchie al Vangelo e gli occhi alle meraviglie che ne promanano anche noi grideremo come quella folla: «Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!».