03|14 Testimoni a favore di Cristo
03|14 Testimoni a favore di Cristo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 5,31-47) - In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. »E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. »Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio? Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù si appella direttamente alla testimonianza del Padre che sta nei cieli e che opera in lui nella terra degli uomini. C’era già stata l’indicazione del Battista che ovviamente aveva la sua forza: egli, dice Gesù, è stato come una lampada, ma pochi hanno accolto quella luce. E aggiunge, per dare ragione della sua missione, la testimonianza delle sue opere – sia la predicazione del regno che i miracoli che l’accompagnano - che attestano che il regno di Dio è giunto in mezzo agli uomini. In effetti, Gesù non è venuto nel mondo semplicemente per proclamare una dottrina, ma per cambiare il mondo, per liberarlo dalla schiavitù del peccato e del male. Il Vangelo, con i miracoli che liberano gli uomini da malattie e schiavitù, mostra la sua forza di cambiamento, di liberazione dal potere del male. Sono le “opere” di cui Gesù parla: la conversione dei cuori e le trasformazioni che avvengono nella vita della gente, le opere della misericordia che liberano tanti dalle numerose schiavitù. Eppure i farisei, nonostante vedano queste opere e ascoltino la predicazione, non vogliono credere che Gesù sia l’inviato di Dio. Il loro cuore è indurito dall’orgoglio e la loro mente offuscata da pratiche rituali che hanno affogato la misericordia e l’amore. Dice Gesù: «Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce». La fede è soprattutto “ascolto” della Parola di Dio e farla propria mettendola in pratica. Questo richiede però l’umiltà di mettersi ad ascoltare il Signore, la disponibilità a lasciarsi guidare da quella parola che viene dall’alto. L’ascolto e la disponibilità sono i primi passi, se così si può dire, della fede: in essi vi è già la scintilla di Dio, l’attrazione, la ricerca di Dio prima che noi ce ne accorgiamo. Gesù dice loro: «Non avete in voi l’amore di Dio». E’ lui che ci rivela il volto di Dio: è l’esegeta di Dio, l’unico capace di spiegarcelo con chiarezza. Chiunque legge con disponibilità le Sante Scritture e con sincerità del cuore le mette in pratica, sperimenta direttamente la forza della liberazione dell’amore di Dio. Gesù esorta i suoi ascoltatori a non indurire il loro cuore come fecero gli ebrei ai tempi di Mosè, a non inorgoglirsi di loro stessi e a non confidare nelle loro opere. Al contrario bisogna lasciarsi toccare il cuore dalla Parola di Dio e dalle opere di amore che essa suscita. Gesù, comunque, nonostante l’incredulità in cadono i suoi ascoltatori, non li accusa davanti al Padre. Egli è venuto per aprire gli occhi e il cuore di tutti. E questo accade a chiunque con disponibilità e umiltà apre e legge le Sante Scritture: in esse è Gesù stesso che ci viene incontro perché possiamo comprendere l’amore senza limiti del Padre. E lasciarci coinvolgere nel suo disegno di salvezza.