03|16 Discussioni sulle origini di Gesù
03|16 Discussioni sulle origini di Gesù
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 7,40-53) - In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il brano evangelico ci fa restare ancora a Gerusalemme nel tempio. E’ l’ultimo giorno della festa delle capanne e Gesù continua a confrontarsi con i suoi oppositori per mostrare la verità della sua missione. La gente numerosa lo ascolta. Alcuni restano ammirati dal suo insegnamento, lo riconoscono come profeta e alcuni pensano che si lui il Messia: “Costui è il Cristo!”. Inizia, comunque, una discussione nella folla degli ascoltatori. Possiamo dire che sempre il Vangelo suscita un dibattito e divisione anche tra coloro che lo accolgono e altri che lo rifiutano. In realtà, il dibattito si accende il cuore di ciascuno quando ascolta con attenzione quelle parole. Il Vangelo suscita sempre un turbamento, che non è solo stupore per la bellezza delle parole ma spinta al cambiamento della propria vita. Accadde così anche a Maria che si turbò alle parole dell’angelo dell’annunciazione. E al termine della predicazione di Pietro a Pentecoste, l’autore scrive che la folla si sentì trafiggere il cuore nel petto. Quel giorno nel tempio si accese tra la folla una discussione di questo. Certo è che la predicazione di Gesù era così autorevole che nessuno osò mettergli le mani addosso. Le guardie inviate appositamente per arrestarlo, dopo averlo sentito parlare, non ne ebbero il coraggio di arrestarlo. E alle rimostranze dei farisei per non averlo arrestato risposero con una franchezza che li fece irritare ancor più: «Mai un uomo ha parlato così!». La parola di Dio è forte. Certo è una forza “debole” che tuttavia è più forte delle pretese fortezze degli uomini. La sua forza è quella di presentare un amore che non conosce alcun confine, che insegna ad amare gli altri prima di se stessi. Una parola come questa in effetti non si era mai udita, nessuno aveva parlato come Gesù. In effetti, nessun maestro aveva insegnato che i veri beati sono i poveri, i non violenti, i miti, gli operatori di pace e di giustizia. L’intero Vangelo – dalla nascita di Gesù, alla croce, alla risurrezione e all’ascensione - è segnato pagina dopo pagina da questo amore. Tra i farisei solo Nicodemo, che aveva incontrato lungamente Gesù e parlato con lui, obiettò alla cecità dei suoi colleghi. Ma costoro rimproverarono duramente anche lui invitandolo a riprendere gli studi. Erano talmente accecati dall’orgoglio che non arresero neppure davanti all’evidenza. In effetti, solo nell’ascolto continuo della sua Parola, come fece appunto Nicodemo, è possibile aprire gli occhi e il cuore a questo straordinario Maestro.