04|11 Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa
04|11 Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 3,31-36) - Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il brano evangelico ripropone la centralità della fede in Gesù per il credente. Di qui l'invito ad alzare lo sguardo dalle cose della terra, dalle abitudini inveterate, dalle scontate convinzioni anche religiose per poter contemplare Gesù. Anche noi riceviamo oggi tale invito. E ne abbiamo bisogno. Quante volte infatti ci adagiamo in una vita banale e pigra e ci rassegniamo ad un mondo senza più un futuro di speranza per sé e per gli altri! L'evangelista spinge a dirigere lo sguardo verso Gesù: egli "viene dall'alto, dal cielo" ed "è al di sopra di tutti". Gesù è la vera speranza per noi e per il mondo. Egli è sceso dal cielo per stare accanto a noi e comunicarci la vita che vive in maniera unica con il Padre del cielo: "Egli – è forse il Battista che parla ai suoi seguaci – attesta ciò che ha visto e udito". Gesù è venuto sulla terra per rivelare il mistero stesso di Dio che altrimenti sarebbe restato impenetrabile. Egli non è venuto perciò per affermare se stesso o per accampare progetti personali da perseguire, come in genere accade per ciascuno di noi. Gesù è sceso dal cielo per comunicare agli uomini "le parole di Dio" e per donare "lo Spirito senza misura". È da questa convinzione che sgorga l'onore e la devozione che dobbiamo avere per le Sacre Scritture: esse contengono "le parole di Dio". Ogni giorno siamo chiamati ad ascoltarle e a meditarle sino a farle nostre. La Bibbia è per noi non un libro qualsiasi, ma lo scrigno che contiene il pensiero stesso di Dio. Per questo dobbiamo aprirlo, gustarlo pagina dopo pagina lasciandoci guidare dallo "Spirito" datoci "senza misura" anche per questo. Non è possibile comprendere il senso profondo della Sacre Scritture senza l'aiuto dello Spirito. Egli ci è stato donato in maniera abbondante, appunto, "senza misura" per lasciarci condurre nell'ascolto e nella interpretazione delle Sacre Scritture. Oltre il significato letterale delle parole bibliche ve n'è uno più profondo, spirituale, che ci aiuta a legare assieme le parole della Bibbia e ciò che stiamo vivendo. L'intreccio tra la Bibbia e la storia, tra le parole bibliche che ascoltiamo e la nostra vita nel concreto dell'esistenza è opera dello Spirito. Per questo l'ascolto delle Sacre Scritture va fatto in un clima di preghiera: abbiamo bisogno dello Spirito di Dio per comprendere la Parola di Dio. Per questo l'ascolto continuato delle Sacre Scritture, in un clima di preghiera, forzerà i nostri cuori a cambiare, a divenire strumenti nelle mani di Dio per rendere questo nostro mondo più irrorato dall'amore del Signore. Scrive l'evangelista: "Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa". È la forza per cambiare il mondo, per sconfiggere il male e far crescere il bene, che il Signore ha vissuto per primo e che dona anche a coloro che credono in lui.