05|07 «Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore»
05|07 «Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore»
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 16,5-11) - In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Per Gesù è ora di inaugurare il tempo della fede. Non dobbiamo pensare che questo tempo è più povero di quello degli Apostoli. Lo Spirito Santo effuso nel cuore dei discepoli decide il tempo della Chiesa. È lo Spirito che sostiene i discepoli, che li consola, li conforta, li custodisce, li illumina e li rende capaci di comunicare il Vangelo del-l’amore per trasformare il mondo. Lo Spirito aiuterà i discepoli nei momenti difficili che dovranno affrontare. Lo Spirito «dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio». L’evangelista immagina come una grande assise ove viene svelato, smascherato, il male che opera nel mondo, per distruggerlo. È il compito che i discepoli devono vivere lasciandosi guidare dallo Spirito. C’è bisogno di consumare gli occhi nello scrutare il mondo e la storia alla luce delle Scritture, con l’aiuto dello Spirito, per poter individuare il male che opera nel mondo e sconfiggerlo, e intraprendere le vie dell’amore che salvano il mondo. È il grave e affascinante compito che i cristiani hanno ancora oggi: essere profeti che smascherano il male e che indicano anzitutto con il loro esempio la via del bene. Uno di essi, l’arcivescovo Oscar Romero, parla ancora oggi. Egli leggeva la drammatica storia del suo tempo alla luce della Parola di Dio. Certo, gli costò il martirio, ma la sua testimonianza è quanto mai preziosa ancora oggi. Di fronte alle accuse che gli facevano rispondeva che non faceva altro che leggere la storia alla luce del Vangelo: «La parola è come il raggio di sole che viene dall’alto e illumina. Che colpa ha il sole quando la sua luce purissima incontra pozzanghere, escrementi, spazzatura su questa terra? Deve illuminare queste cose, altrimenti non sarebbe sole, non sarebbe luce, non metterebbe in luce il brutto, l’orribile che esiste sulla terra».