05|31 La Visitazione
05|31 La Visitazione
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 1,39-56) - In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

La Chiesa celebra oggi la festa della Visitazione di Maria a Elisabetta. È l’incontro tra due donne, una giovane e l’altra avanti negli anni. È una scena semplice che manifesta quel che sempre dovrebbe accadere quando i cristiani si incontrano: sentire la gioia di essere parte della famiglia di Dio. I cristiani vivono di incontro, di relazioni, di amicizia. Gesù che nasce è una speranza per tutti, per ogni uomo e per ogni donna, una speranza che non può essere nascosta, va annunciata a tutti, specialmente a coloro che non sembrano avere più tante speranze, a chi sta male, a chi è solo, a chi è anziano e vive in mille difficoltà. L’esultanza di Elisabetta è la stessa esultanza che vivono gli anziani, i deboli, i soli, ogni volta che sono visitati. Si potrebbe dire che il cristianesimo è incontrarsi, visitarsi, prendersi cura gli uni degli altri. La gioia che sgorga dagli incontri è, appunto, opera dello Spirito Santo. Dopo il tragico evento della pandemia che ci ha costretti a un innaturale, ma necessario, isolamento, possiamo comprendere meglio quanto sia vitale l’incontro. E quanto sia opportuna questa festa della Visitazione che vede una giovane donna partire da lontano per incontrare un’anziana donna incinta e perciò doppiamente bisognosa di aiuto e di compagnia. Ambedue sono così entrate nel più grande disegno di salvezza che Dio stava tessendo nell’umanità per salvarla.