08|25 La reazione dei discepoli e la confessione di Pietro
08|25 La reazione dei discepoli e la confessione di Pietro
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 6,60-69) - In quel tempo, molti di quelli che fino ad allora avevano seguito Gesù dissero: “Questo linguaggio è duro. Chi può ascoltarlo? Ma Gesù, sapendo nel suo cuore che i suoi discepoli mormoravano di questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E quando vedrete il Figlio dell'uomo ascendere dov'era prima? Lo spirito è ciò che dà la vita; la carne è inutile. Le parole che ti ho detto sono spirito e sono vita. Ma ci sono alcuni tra voi che non credono. Perché Gesù sapeva fin dal principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E lui: "Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se il Padre non glielo concede". Da allora molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non camminavano più con Lui. Gesù allora disse ai Dodici: "Volete andarvene anche voi?" Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremo? Hai parole di vita eterna e noi crediamo e sappiamo che tu sei il Santo di Dio.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il brano evangelico di questa domenica chiude il “discorso sul pane”, tenuto da Gesù nella sinagoga di Cafarnao. Lì, alla presenza di Gesù stava accadendo quel che capitò al popolo d’Israele giunto a Sichem, cuore della terra promessa e sede di un santuario nazionale legato alle memorie dei patriarchi. Giosuè radunò tutte le tribù e chiese loro: «Sceglietevi oggi chi servire», se gli idoli pagani o il Dio liberatore dalla schiavitù dell’Egitto. E il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d’Egitto». Fu una scelta decisiva per Israele mentre stava per prendere possesso della terra datagli da Dio. Non fu così per quei discepoli di Gesù. Non tutti avevano compreso che quella “carne” era “spirito”, che quell’uomo parlava il linguaggio del cielo, che veniva da Dio e a Dio conduceva. «Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui», nota con amarezza l’evangelista. Per Gesù l’annuncio di quella intimità era il Vangelo. Non poteva rinunciarvi. Si voltò quindi verso i Dodici (è la prima volta che compare questo termine nel quarto Vangelo) e chiese loro: «Volete andarvene anche voi?». Forse non ci rendiamo pienamente conto della drammaticità di questo momento; è senza dubbio tra i più gravi della vita di Gesù. Pietro prende la parola a nome di tutti e dice: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna». Non dice “dove”, ma «da chi» andremo. Pietro sottolinea quel rapporto di intimità con Gesù che specifica la fede del discepolo, anzi l’intera sua vita. Per loro Gesù è un punto di riferimento senza confronto; è superiore a ogni altro maestro; solo lui ha parole di vita eterna.