09|11 Beatitudini e maledizioni
09|11 Beatitudini e maledizioni
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 6,20-26) - In quel tempo, alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. »Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Le Beatitudini sono il discorso centrale della predicazione di Gesù. Mentre Matteo sostiene che siano state pronunciate da un monte, come a ricordare il dono della Legge da parte di Dio sul Sinai, Luca parla di un luogo pianeggiante. La parola del Vangelo è mescolata alla vita delle persone, e Gesù non pronuncia un discorso astratto, né presenta una dottrina alta che passa sopra la testa della gente. L’evangelista Luca riporta solo quattro beatitudini. Gesù annuncia ai poveri, agli affamati, agli abbandonati e agli assetati di giustizia che possono finalmente essere felici perché Dio ha scelto di stare accanto a loro. Per questo sono “bea-ti”: perché amati da Dio, preferiti da lui rispetto ai tanti che credono di essere soddisfatti per le loro ricchezze e le loro sicurezze. Se Gesù afferma che sono beati è perché Dio ha scelto di stare anzitutto con loro prima che con gli altri. Egli lo mostra in prima persona, con il suo stesso esempio. A noi credenti è affidato il gravissimo e affascinante compito di far sentire ai poveri, ai deboli, l’amore privilegiato di Dio come Gesù ha fatto in tutta la sua vita. I ricchi, i sazi, i forti debbono stare attenti – e spesso anche noi siamo tra le loro file – perché è più difficile essere felici. Con i «guai a voi» Gesù mette in guardia: è vano cercare la felicità nell’amore per sé stessi e per le ricchezze. La via della felicità per i ricchi è spendere la propria vita per i poveri e i deboli. È l’invito che Gesù fece anche al giovane ricco. Lo ripete anche oggi a tutti noi, spesso ricchi e sazi di noi stessi.