09|20 Donne che collaboravano con Gesù
09|20 Donne che collaboravano con Gesù
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
02:49

Vangelo (Lc 8,1-3) - In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù sceglie di avere accanto a sé non solo i Dodici ma anche alcune donne. È una scelta esemplare del nuovo stile che egli è venuto a instaurare. Solo Luca lo fa notare. Quelle donne, scrive l’evangelista, «erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità», e avevano scelto di seguire Gesù mettendo tutti i loro beni al servizio suo e dei discepoli. In tal senso erano parte a pieno titolo di quel nuovo gruppo che Gesù aveva creato, facendone una vera e propria comunità. Questa indicazione dell’evangelista è importante perché mostra quanto Gesù andasse oltre le consuetudini del suo tempo. Era infatti impensabile per il costume rabbinico dell’epoca far entrare in un circolo di discepoli anche delle donne. Gesù, al contrario della mentalità del tempo, le associa alla sua stessa missione, come si vede in altre pagine evangeliche. Luca ne nomina tre, Maria di Magdala, liberata da «sette demoni», ossia un considerevole numero di spiriti maligni; Giovanna, una donna vicina al re Erode, che sarà nominata anche nel racconto della risurrezione; e Susanna, di cui non si hanno notizie. Probabilmente erano donne facoltose che, attratte dalla predicazione di Gesù, misero al servizio del maestro e del piccolo gruppo le loro ricchezze. Già in queste poche righe appare con chiarezza il primato della discepolanza che fa superare tutte le barriere, anche quelle che appaiono insormontabili. Per Gesù quel che conta è l’essere discepoli. E il discepolato conferisce a ciascuno la vera e più importante dignità: quella di annunciare il Vangelo e di testimoniare che l’amore è affidato a tutti i discepoli, al di là di ogni distinzione.