Vangelo (Lc 9,43b-45) - In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
L’insistenza nel dire: «Mettetevi bene in mente…», sembra voler forzare la durezza della mente dei discepoli nel comprendere la sua vera identità. Li avverte con forza di non lasciarsi ingannare dall’ammirazione che tutti hanno per lui, perché lo attende una morte umiliante e dolorosa. Essere «consegnato nelle mani degli uomini», nel linguaggio biblico, significa subire la sorte dolorosa e crudele di una persona abbandonata da Dio e lasciata appunto nel potere degli uomini e del loro arbitrio. In effetti, avverrà proprio così. Ma nonostante tale chiarezza – sottolinea l’evangelista – i discepoli non comprendono. È una notazione che possiamo applicare anche a noi che tante volte siamo distanti, proprio come lo erano i discepoli di allora, dai pensieri di Gesù, dalle sue preoccupazioni e soprattutto dal senso che aveva della sua stessa missione. Non è nella forza e nel potere umano che si realizza la salvezza, ma solo nella via dell’amore per tutti, un amore che giunge sino a dare la propria vita per gli stessi nemici. L’evangelista nota che i discepoli continuano a non capire le parole di Gesù: «Restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso». E restarono in silenzio, senza chiedere ulteriori spiegazioni. È un atteggiamento di durezza e di sfiducia. Non accettano la loro ignoranza e preferiscono restare nel buio. Gesù tuttavia non li abbandona. Continua ad ammaestrarli, nella speranza che man mano comprendano il Vangelo.