09|30 Chi è il più grande?
09|30 Chi è il più grande?
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 9,46-50) - In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

L’evangelista Luca svela, in questo brano evangelico, quali fossero le vere preoccupazioni dei discepoli: chi di loro doveva avere il primo posto. Potremmo dire che i discepoli – loro di certo, ma anche noi – erano pienamente figli di questo mondo e della mentalità concorrenziale che regola i rapporti tra le persone. È una consuetudine che accompagna saldamente tutte le generazioni. Potremmo dire che è il lascito del primo peccato: la disobbedienza a Dio di Adamo ed Eva. Dalla disobbedienza a Dio continua a scaturire la divisione tra le persone e la conseguente accusa reciproca. Gesù è venuto a capovolgere la disobbedienza – «facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce», scrive l’apostolo Paolo (Fil 2,8) – e a instaurare rapporti di fraternità e di servizio, non di concorrenza, fra gli uomini. E perché i discepoli comprendessero bene il suo pensiero, Gesù prese un bambino e se lo mise accanto, come per identificarlo con lui, e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi, infatti, è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Nel regno dei cieli, e quindi anche nella comunità dei discepoli di Gesù, è grande chi si fa piccolo, ossia figlio del Vangelo, chi riconosce la propria debolezza e si affida in tutto al Signore. Chi vive con la fiducia di un bambino, chi si sente figlio di Dio, sa ascoltare la sua Parola, ha il pensiero stesso di Dio e riconosce le cose che vengono da Dio.