11|01 Le Beatitudini
11|01 Le Beatitudini
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 5,1-12a) - In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

«Oggi ci dai la gioia di contemplare la città del cielo, la santa Gerusalemme che è nostra madre, dove l’assemblea dei fratelli glorifica in eterno il tuo nome». Così canta il prefazio della festa di tutti i Santi. «Santo» vuol dire “separato”: i santi formano un popolo separato da coloro che si lasciano sedurre dalla guerra e dalla violenza. Un popolo chiamato a gridare ovunque la pace. Come a rendere presente già da ora la Gerusalemme del cielo. La santità non è una buona o meno buona qualità morale, la santità è anzitutto una dimensione storica, è la realtà di essere separati dal potere del male, del peccato, della violenza distruttrice. La santità non è una via individuale né un premio per meriti acquisiti. La santità è essere figli di questa madre, membri di questa santa Famiglia, partecipi della vita di questo popolo che è la Chiesa. Non una parentesi della propria esistenza, ma il restare nella condizione di figli, sapendo bene, come dicevano i Padri della Chiesa, che «non si può avere Dio per Padre se non si ha la Chiesa per Madre». Contempliamo con gratitudine il volto di questa madre, guardiamo con amore riconoscente i volti dei fratelli e delle sorelle che ci sono stati donati, incrociamo lo sguardo dei poveri e dei deboli che il Signore ci chiede di amare e di servire come fratelli e sorelle, allarghiamo lo sguardo agli innumerevoli amici che ci accompagnano nel nostro pellegrinaggio verso la destinazione che ci è già mostrata. Questa madre, anche attraverso i nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto e i cui nomi sono scritti nel cuore di Dio, abita già nella Gerusalemme del cielo. In questa visione iscriviamo i nostri nomi e continuiamo a camminare assieme sulla via che questa santa madre ci indica: la via della santità, che porta verso la città della pace.