07|13 Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
07|13 Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 10,24-33) - In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! »Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

L’evangelista Matteo, mentre riportava queste parole di Gesù, aveva probabilmente davanti agli occhi l’esperienza della sua comunità sottoposta a forti contestazioni. E voleva rassicurarla. Il Signore non abbandona i suoi discepoli. Anzi, chiunque spende la sua vita per il Vangelo riceve le consolazioni del Signore, soprattutto se deve affrontare difficoltà e prove. Non è mai stato semplice e lineare per la comunità cristiana predicare il Vangelo della croce e della risurrezione. Certo, dobbiamo chiederci cosa vuol dire per noi l’esortazione a non aver paura e a non temere, dal momento che non viviamo in un tempo di persecuzione. Un cristianesimo rinunciatario, che non sa sperare per un mondo di pace, è svilito nella sua forza. Accade di pensare che il Vangelo ci chieda una vita in ribasso, magari fatta solo di rinunzie, senza un reale interesse per noi, e alla fine inefficace per la società. Tutt’altro. Il discepolo che segue la via del Vangelo non si perde, Dio lo sostiene: «Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure, nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati». Questa è la vera sicurezza del cristiano: non l’essere invulnerabili, invincibili, ma amati anche in quello che noi stessi non possiamo calcolare. Niente della nostra vita sarà perduto perché tutto è amato! E l’amore non perde nulla. «Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!»