06|03 Parabola dei vignaioli omicidi
06|03 Parabola dei vignaioli omicidi
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 12,1-12) - In quel tempo, Gesù si mise a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti, agli scribi e agli anziani]: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. »Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: «Avranno rispetto per mio figlio!». Ma quei contadini dissero tra loro: «Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra». Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. »Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: «La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi»?». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù, di fronte al rifiuto dei capi del popolo di accogliere la sua autorità sulla loro vita, narra la parabola dei vignaioli omicidi. Gli ascoltatori sanno benissimo cosa è la vigna: il popolo d’Israele. Spesso i profeti ne hanno parlato. E tutti sanno bene anche che è il Signore il padrone che l’ha piantata, custodita e coltivata. Gesù si presenta come il figlio inviato per salvare la vigna curata e amata da Dio. Gesù la salva dagli arroganti anche a costo di essere cacciato e ucciso. Non è il ruolo, che sostiene l’autorità di Gesù, bensì il suo amore e il servizio sino alla morte. È questa la fonte da cui sgorga l’autorità che presiede la vita della comunità cristiana. E Gesù ne è la manifestazione più alta. Egli ama i suoi, quelli che il Padre gli ha dato, più della sua stessa vita. Per questo ha autorità sulla vigna. I capi dei sacerdoti cercarono di catturarlo, ma ebbero paura, scrive Marco. Non sono loro a metterlo a morte; è Gesù stesso che si “consegna” perché la vigna non solo non sia abbandonata, ma cresca e porti molto frutto. Come non accogliere un uomo che ama in una maniera così grande? Nella morte violenta dell’erede, il figlio amato, è adombrata già la Passione di Gesù. Il Vangelo però annuncia anche che il padrone della vigna verrà e la darà ad altri. Gli altri siamo noi, i discepoli di Gesù, che ovunque nel mondo siamo chiamati a custodire e a servire la vigna del Signore perché dia frutti per tutti.