06|13 Va’ prima a riconciliarti con tuo fratello
06|13 Va’ prima a riconciliarti con tuo fratello
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 5,20-26) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. »Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. »Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

La giustizia di Dio è salvezza, non condanna; è amore senza limiti, non divide in parti uguali, come la giustizia umana. Questo nuovo modo di considerare la giustizia è la condizione per entrare nel regno dei cieli. Gesù non propone una nuova casistica, o una nuova prassi giuridica, bensì un nuovo modo di intendere i rapporti tra gli uomini: è l’amore che li rende saldi, forti ed efficaci. In questo amore si compiono la legge e la giustizia. Occorre passare da un precetto in negativo alla positività dell’amore senza contraccambio. Per Gesù, come per i suoi discepoli, non esistono i nemici. L’amore gratuito, senza contraccambio, è il culmine della Legge e della sequela. Ha un valore così alto da richiedere, qualora mancasse, anche l’interruzione dell’atto supremo del culto. La “misericordia” vale più del “sacrificio”. Il culto, come relazione con Dio, non può prescindere da un rapporto d’amore con gli uomini, in particolare con i poveri. È una dimensione specifica del Vangelo che non va mai disattesa. Gesù usa poi l’esempio del debito da coprire o del credito da avere. Porta a mettersi d’accordo senza dover ricorrere alla mediazione di un giudice. Deve prevalere la fraternità e l’amore per gli altri nella vita della comunità dei discepoli. Sa bene che va ricacciato indietro l’istinto egocentrico che spinge costantemente a soddisfare anzitutto il proprio “io”, a mettere avanti i propri interessi, che porta al crollo dei legami fraterni. Gesù esorta a far avanzare l’amore per gli altri e a dare spazio al primato della riconciliazione sull’indifferenza e sul conflitto.