Vangelo (Gv 3,7-15) - In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito». Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
Gesù continua il suo dialogo con Nicodemo. È chiara per il discepolo la necessità di rinascere dall’alto per opera dello Spirito di Dio, la cui azione è forte e anche misteriosa, appunto come è forte e misterioso l’agire del vento: non si sa né da dove viene né dove va. La parola greca "pneuma" indica sia il vento che lo Spirito di Dio che ispira nei profeti la parola. Questo doppio senso permette all'evangelista di sottolineare che l'azione dello Spirito è "voce", ossia parola, annuncio, e assieme "vento", ossia forza, movimento. Tocchiamo in questo orizzonte il cuore del Vangelo secondo Giovanni, ossia l'azione misteriosa dello Spirito che porta a credere in Gesù e quindi alla salvezza. È un discrimine decisivo per ciascuno di noi che istintivamente è portato a credere solo a se stesso, a fidarsi solo delle proprie convinzioni, a seguire solo quel che lo soddisfa. Nicodemo è attento alle parole di quel giovane maestro. E, stupito, gli presenta tutto il suo scetticismo, anzi la sua incredulità: "Come può accadere tutto questo?". Gesù, inizialmente, risponde con ironia: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?". Non è l'ironia di chi si pone più in alto e guarda con disprezzo chi sta in basso. È un modo pedagogico di Gesù per aiutarlo a sbarazzarsi di quell'orgoglio rassegnato che appanna gli occhi di adulto e di sapiente di Nicodemo e non gli permette di vedere con chiarezza la novità di Dio. Anche noi sappiamo bene quanto la nostra presunta sapienza sia spesso segnata dalla rassegnazione: non riusciamo a credere al Vangelo che ci chiede di guardare oltre i nostri orizzonti abituali, ritenuti immodificabili, nonostante le delusioni o i fallimenti di cui è costellata la nostra vita. Per Gesù non è così. La sua sapienza è ben più larga della nostra perché è quella stessa di Dio che sa guardare con amore senza limiti l'intera umanità. Per questo dobbiamo frequentare le pagine evangeliche per avere gli occhi stessi di Dio. Il Vangelo ci aprirà gli occhi su noi stessi, sugli altri e sul mondo, perché riporta lo sguardo e le parole di Gesù. Dice a Nicodemo: "Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell'uomo". Gli svela così chi è colui che gli sta davanti e perché gli parla in quel modo: è l'unico che ha visto il Padre. L'adesione a lui è adesione al Padre che sta nei cieli. E a questo punto Gesù risponde alla domanda di Nicodemo su come possa accadere la rinascita ad una nuova vita. La rinascita nello Spirito avviene attraverso la croce, attraverso quell'amore sconfinato che porta Gesù a offrire la sua stessa vita per salvare gli altri e il Padre a risuscitarlo dalla morte. E dice a Nicodemo: "Bisogna che sia innalzato il Figlio dell`uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna". La croce, col suo carico di amore vissuto con una tenacia più forte della morte, è il fondamento concreto sul quale Gesù ci propone di rinascere. Avvicinandoci a lui sotto la croce comprenderemo la grandezza di quell'amore che gli ha fatto abbracciare la morte per salvarci dal male e donarci una vita che non finisce.