05|10 La vostra afflizione si cambierà in gioia
05|10 La vostra afflizione si cambierà in gioia
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 16,20-23a) - In quel tempo, Gesù ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia. La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia. Quel giorno non mi domanderete più nulla».

 

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

 

Gesù paragona la fede a un parto, che è frutto di una gestazione lunga e faticosa. La fede non è l’esito improvviso di chi si crede geniale e quindi pronto a credere, e neppure la fede è l’esito spontaneo di una condizione naturale del vivere. Insomma, si tocca con mano qui il fatto che non si nasce cristiani, ma lo si diventa e anche impegnandosi con serietà. Infatti, come nella gravidanza la donna partecipa personalmente al crescere di una nuova vita accolta nel suo seno, ma nello stesso tempo lo sviluppo del bambino non è frutto della sua abilità o di qualche dote, così la Parola di Dio se accolta nel proprio cuore cresce e si sviluppa, genera una vita nuova non perché siamo particolarmente meritevoli o capaci, ma perché la Parola di Dio agisce con potenza in chi la accoglie e opera con efficacia, nonostante le mille difficoltà che anche noi tante volte frapponiamo. Non dobbiamo abbatterci per le difficoltà che spesso incontriamo, a causa dei nostri limiti, nel vivere la Parola di Dio, o per la facilità con la quale ce la lasciamo sfuggire perché poco la pratichiamo o crediamo di conoscerla. Il lavoro dell’incontro con la Parola di Dio richiede pazienza e perseveranza. Se lasciamo entrare nel nostro cuore la Parola di Dio e non le opponiamo resistenza, sentiremo crescere in noi l’uomo interiore. È questo il dono di cui parla il Vangelo. E nessuno ce lo può negare o togliere perché è il frutto della fedeltà dell’ascolto.