01|02 In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete
01|02 In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 1,19-28) - Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Questo Vangelo ci presenta nuovamente il Battista, uomo giusto e austero, che vive nel deserto, lontano dalla capitale religiosa e politica di Israele. Eppure, in molti vanno da lui per ricevere un battesimo di penitenza ed essere così rigenerati a una vita più giusta e onesta. C’era un grande bisogno di speranza in quel tempo. E non ce n’è bisogno anche oggi, mentre siamo ancora segnati da vicende drammatiche come la guerra e l’aumento delle ingiustizie che continuano a distruggere innumerevoli vite? La tentazione di cercare altri “salvatori” a buon prezzo è pericolosa, e ancor più lo è se pensiamo che ciascuno può esserlo di sé stesso. Il Battista lo aveva compreso bene: definiva sé stesso come «voce di uno che grida nel deserto». E cos’è una voce? Poco più che nulla, se la si confronta al rumore delle armi che in questo tempo si moltiplica. E per questo sembrano obsoleti i tentativi di dialogo e di confronto. Il Battista ci ricorda che le parole vere non sono vane, anzi toccano e cambiano i cuori. Questa parola che mostrava una via – piena della visione di Dio – era la sua forza: una forza debole che però arrivava a toccare il cuore degli altri. Giovanni è figura dei testimoni del Vangelo, figura della stessa Chiesa: essere una voce autorevole che indica Gesù agli uomini del proprio tempo. L’autorevolezza è chiara se nelle parole appare il Signore, non sé stessi. Quante volte corriamo il rischio di mettere al centro della scena noi stessi e non il Signore! Il Battista indica Gesù. Così anche la Chiesa. Noi non siamo il centro della scena. L’unica ragione dell’esistenza della Chiesa è condurre gli uomini e le donne di ogni generazione a Gesù. Sarà Gesù, poi, a guidare la loro vita. Così è anche per ogni discepolo, sia esso ministro consacrato o semplice fedele: tutti siamo chiamati a portare gli altri a Gesù, non a noi stessi.