12|03 La vigilanza richiesta
12|03 La vigilanza richiesta
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo  (Mc 13,33-37) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Con i giorni dell’Avvento la Chiesa vuole prepararci ad accogliere il Signore che nasce tra gli uomini. Siamo talmente concentrati in noi stessi e nelle nostre cose da rischiare di non accorgerci del Natale. Non di quello del calendario, ma di quello del cuore. Senza il Natale restiamo come siamo, continuiamo a girare attorno a noi stessi. Facciamo nostra la preghiera di Isaia: «Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi… Se tu squarciassi i cieli e scendessi!» (Is 63,17.19). E ancora: «Ritorna per amore dei tuoi servi!». C’è bisogno del Natale. Ne ha bisogno il mondo intero: i paesi schiacciati dalla guerra, i poveri, i deboli, i bambini. Ne hanno bisogno i profughi, i carcerati, i malati, gli anziani soli. Ne hanno bisogno coloro che abitano nelle grandi periferie delle nostre città divenuti veri deserti di amore e di vita. È facile smarrire il senso dell’attesa quando si è presi dal proprio “io”. Il tempo di Avvento ci fa alzare gli occhi in alto e aprire il cuore all’attesa del Signore: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento» (13,33). Gesù ci chiede di essere come un portinaio che vigila tutta la notte perché non accada che il padrone torni, bussi alla porta e il portinaio dorma. Anche se è notte – la notte di tante situazioni tristi del mondo –, il portinaio deve vegliare e aprire appena il padrone bussa: può accadere alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino. È una similitudine singolare, ma chiara. È facile addormentarsi nel tepore dolce di pensarsi al proprio posto perché abbiamo già fatto molto. Come anche è facile lasciarsi sorprendere dal sonno un po’ triste del pessimismo, da quell’accidia per cui non vale la pena fare nulla, o anche dal sonno agitato e sempre insoddisfatto dell’affermazione di sé. La Parola di Dio ci sveglia. Ecco perché in questo tempo dobbiamo ascoltarla ogni giorno. E particolarmente nella liturgia della domenica. La Parola ci tiene svegli come il portinaio del Vangelo,  perché apra subito la porta – quella del cuore ma non solo – quando il Signore bussa: può essere un fratello, una sorella, un povero, uno straniero, un amico che ha bisogno e che magari è anche importuno. Ogni volta è il Signore stesso che bussa. La vigilanza del discepolo, perciò, non è una semplice veglia attiva, ma un’accoglienza come stile di vita.I Domenica di Avvento