12|23 Nascita di Giovanni Battista
12|23 Nascita di Giovanni Battista
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 1,57-66) - In quei giorni, per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Giovanni Battista è l’ultimo «favore di Dio», l’ultimo dei profeti prima che il Signore parli direttamente con la sua Parola agli uomini. L’evangelista Luca sottolinea che la sua nascita è opera dell’intervento di Dio che ha reso fecondi Zaccaria ed Elisabetta, i quali riconoscono la straordinarietà della nascita del loro bambino. E la loro gioia fu grande. Dopo il momento dell’incredulità, Zaccaria manifesta la sua fede nella Parola di Dio che è forte ed efficace. È diventato un credente. Non è più muto, la sua lingua si scioglie e può parlare; il suo cuore è pieno di gioia per questo figlio, frutto dell’ascolto della Parola di Dio. La nascita di Giovanni crea meraviglia non solo nella casa di Zaccaria, ma anche tra i vicini, come sempre accade ogni volta che il Vangelo viene ascoltato e messo in pratica: gli effetti di amore provocati dal Vangelo creano sempre un clima nuovo tra la gente, un clima di festa, di stupore per gli avvenimenti che suscita. L’ascolto del Vangelo è la via della trasformazione del mondo. Non è una via banale e superficiale: è profonda, interiore, porta il mondo verso il cielo. Con il Vangelo tutto può cambiare, perché nulla è impossibile a Dio. Siamo alle soglie del Natale, del “Verbo” (la “Parola”) che si fa carne per salvare il mondo dal peccato e dalla morte. è il primo passo di una nuova storia, quella di Dio che con l’invio del suo Figlio cambia il corso degli anni. I nostri antichi, per questa consapevolezza, iniziarono a computare la storia dalla nascita di Gesù dividendola, appunto, in prima e dopo Cristo. Sì, con il Natale di Gesù cambia la storia personale e quella del mondo. Tutti e tutto rinasce con Gesù. A Natale siamo chiamati ad accogliere nel cuore la “Parola” (Gesù) e farla diventare nostra stessa carne, storia nuova e santa.