12|24 L’annunciazione
12|24 L’annunciazione
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 1,26-38) - In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Siamo alle soglie del Natale e la Parola di Dio ci riporta la promessa del Signore a Davide: «Io infatti non ho abitato in una casa da quando ho fatto salire Israele dall’Egitto fino a oggi; sono andato vagando sotto una tenda, in un padiglione». Dio non ha cercato una casa per sé, perché in essa il suo popolo lo adorasse. Dio si è fatto pellegrino con il suo popolo, sin da quando ascoltò il suo grido di dolore in Egitto. Lasciò la sua dimora del cielo – ben più ricca e comoda di qualsivoglia abitazione di cedro – per scendere in basso e liberare il suo popolo dalla schiavitù, accompagnandolo giorno dopo giorno nel deserto di questo mondo – abitando, appunto, nella tenda – perché il suo popolo potesse giungere sino alla stabilità della terra che gli aveva promesso. Essere sotto la tenda è la condizione permanente di Dio. Questa antica pagina biblica illumina il Natale di questo tempo difficile: quanti poveri, quanti bambini e anziani, malati e profughi sono nell’abbandono, nella precarietà appunto come sotto una tenda senza protezione! Ma come al tempo di Davide, come in quella notte nella grotta fuori di Betlemme, anche oggi il Signore sta nelle tante grotte fuori dalle case, nei numerosi luoghi del dolore e dell’abbandono! È lì che il Signore Gesù celebra il Natale! E sarà il Signore stesso a donare una casa al suo popolo: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? Il Signore farà a te una casa». È la profezia del mistero del Natale.
Il Signore fa del suo popolo una casa per tutti, una casa ampia e salda, fatta di pietre vive. E a Natale, quando la Parola si fa carne, il Signore pone la prima pietra di questo nuovo edificio spirituale, la pietra angolare, Gesù. Nelle consuetudini dell’epoca, la pietra angolare doveva essere una pietra diversa dalle altre, più resistente perché non si sgretolasse con il tempo. Andava scelta con cura. E Dio che ha tanto amato il mondo ha mandato il suo Figlio, ciò che aveva di più caro. Quel Figlio che non viene accolto – come la pietra che i costruttori hanno scartato –, Dio l’ha posto come fondamento della sua casa. In questo Natale, il Signore torna a porre il suo Figlio come pietra angolare di un nuovo edificio. Da questa pietra si sprigiona una energia di amore che allarga le mura dei cuori, che allarga le mura di questa nostra casa, ne spalanca ancor più le sue porte per giungere ovunque si trovino i poveri dispersi in questa nostra società. E potremo vedere con gli occhi del corpo la verità delle parole di Gesù: «Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore». Ovunque ci rechiamo, qualunque povero incontriamo, ovunque ci raduniamo con questo spirito, lì il Signore nasce, accoglie e consola. Il Vangelo ci fa vedere Maria, la madre del bambino, la prima dei credenti. In lei – piccola donna di Galilea – il Verbo si fa carne: lei ha aperto il suo cuore alla Parola di Dio ed è diventata la prima dimora di Dio sulla terra.