02|07 Il Vangelo rivelato ai semplici
02|07 Il Vangelo rivelato ai semplici
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 7,14-23) - In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Ricordiamo oggi l’anniversario della Comunità di Sant’Egi-dio. Sono passati esattamente cinquantasei anni dal suo inizio. La prima parola che sale dalle nostre labbra al Signore in questo giorno è quella del ringraziamento per il prezioso dono che lo Spirito Santo ha fatto alla Chiesa e al mondo. Il brano evangelico ci suggerisce che è Gesù stesso a “benedire” il Padre perché il Vangelo è stato ancora una volta «rivelato ai piccoli». La Comunità, nata per l’iniziativa di un giovane liceale, Andrea Riccardi, era composta da “piccoli” non solo perché giovani studenti, ma soprattutto perché nell’intuizione originaria c’era la coscienza di essere anzitutto “figli” del Vangelo, appunto, parte di quei “piccoli” ai quali è stato rivelato il mistero di Dio. Nel cuore di Sant’Egidio resta sempre salda un’intui-zione semplice e basilare: vivere il Vangelo, senza aggiunte. Dall’ascolto continuo del Vangelo nasce e continuamente rinasce la comunità. La storia delle comunità che da Sant’Egidio prendono il nome è infatti una storia di preghiera, una storia di ascolto, una storia di amicizia con Dio, con i fratelli e con i poveri. È da questa amicizia che sgorga ogni azione della Comunità. Quel grazie di Gesù è oggi il grazie di tutti noi: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli». E proprio attraverso i “piccoli” il Vangelo si è diffuso, per quel che riguarda la vita della Comunità, da Roma al mondo intero, unendo sempre la preghiera e l’amore per i poveri. In ogni luogo la Comunità cerca di vivere la globalizzazione dell’amore che abbatte confini e divisioni e crea il grande popolo dei poveri e degli umili, alleati nell’aiutarsi a vicenda a seguire il Signore. Nella storia della Comunità si sperimenta la bellezza e la forza della parola del Signore Gesù che dice: «Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio peso leggero». Quel che poteva sembrare peso e fatica è divenuto esperienza di dolcezza e di gioia. È un cristianesimo felice in un tempo denso di sfide e di impegni, ma la certezza della soavità dell’aiuto del Signore ci sostiene per vivere con fiducia e con amore nella via del Vangelo.