03|18 Il perdono dell’adultera
03|18 Il perdono dell’adultera
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Gv 8,1-11) - In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adultèrio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adultèrio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il Vangelo ci racconta una straordinaria scena di misericordia. Gesù, di buon mattino, si recò nel tempio. Mentre era intento a parlare alla folla che si era radunata attorno a lui per ascoltarlo, improvvisamente il cerchio degli ascoltatori venne come spaccato da alcuni scribi e farisei che scaraventarono davanti a Gesù una donna sorpresa in flagrante adulterio. Secondo la legge di Mosè, quella donna doveva essere lapidata. Se la legge era chiara, più evidente ancora era la violenza che aveva mosso quegli scribi e farisei a gettare davanti a Gesù quella peccatrice. Lui, di fronte a questa scena così violenta, tace, si china come per mettersi anche lui a terra accanto a quella peccatrice, e si mette a scrivere sulla sabbia. Il Signore della parola non parla, non condanna: egli ama quella donna e vuole liberarla dal male. Solo quegli accusatori continuano a sbraitare scompostamente. Ma a loro non interessa l’osservanza della legge e tanto meno quella peccatrice. Essi vogliono accusare Gesù per screditarlo davanti alla gente proprio mentre insegna nel tempio, il cuore ove ponevano la loro autorità. Anche la donna tace. È ben cosciente però che la sua vita è appesa a un filo, a una sentenza che può uscire dalla bocca del giovane profeta. Gli accusatori non sopportano questo silenzio e insistono perché Gesù si esprima. Gesù, finalmente, alza il capo e, rivolto a quei farisei accusatori, dice: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”. Quindi si china a terra di nuovo e continua a scrivere. L’evangelista nota con qualche compiacenza: “Se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani”. Sì, essi che erano venuti in blocco – l’odio unisce sempre i servi del male – se ne vanno in disordine. È un momento di verità. Nessuno resta in quella radura, tranne Gesù e la donna: il misericordioso e la peccatrice. Gesù prende a parlare con il tono che era solito usare con le persone difficili: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? ... Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”. Gesù, l’unico senza peccato, l’unico che avrebbe potuto scagliare una pietra contro di lei, le dice parole di perdono e di amore. È questo il Vangelo dell’amore che i discepoli debbono accogliere e comunicare al mondo all’inizio di questo nuovo secolo così bisognoso di perdono. Non si tratta di accondiscendere al peccato. Tutt’altro. Ciascun discepolo lo sa per se stesso. Siamo tutti adulteri, uomini e donne, che abbiamo tradito l’amore del Signore. Egli è restato sempre fedele e con incredibile misericordia continua a perdonarci. Anche noi, assieme a quell’adultera, siamo di fronte a Gesù e alla sua misericordia. Siamo invitati anche a noi ad ascoltare l’esortazione di Gesù a quella donna: “Va’ e non peccare più!”. La misericordia di Dio non è la facile copertura al male. Essa esige per sua stessa natura il cambiamento del cuore, l’allontanamento dal peccato e dal male. La misericordia non è un semplice sentimento, accoglierla è l’inizio della salvezza perché ci libera dalla schiavitù del male.