03|19 Giuseppe assume la paternità legale di Gesù
03|19 Giuseppe assume la paternità legale di Gesù
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 1,16.18-21.24a) - Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

La Chiesa celebra oggi la festa di san Giuseppe, lo sposo di Maria. Egli, discendente della casa di Davide, ebbe il compito di legare Gesù alla discendenza davidica, di riassumere le figure dei patriarchi, che spesso avevano ricevuto in sogno la rivelazione di Dio, e di far ripercorrere al piccolo Gesù il cammino dell’esodo dall’Egitto alla terra promessa, inserendolo pienamente nella storia di Israele per renderlo erede delle promesse. Uomo del silenzio, Giuseppe apprese giorno dopo giorno la volontà del Signore e obbedì. Un’antica leggenda dice che morì in una grande pace che gli dava Gesù. Per questo nella tradizione occidentale si cominciò presto a invocarlo per ricevere in dono una buona morte. Le Chiese d’Oriente lo ricordano assieme a Davide e a Giacomo fratello del Signore nei giorni dopo il Natale. La sua figura, legata all’infanzia di Gesù, ci richiama l’indispensabile atteggiamento di ascolto che ogni credente deve avere, soprattutto in quei momenti nei quali le difficoltà sembrano prevalere. Il brano evangelico di Matteo ci narra come Giuseppe venne coinvolto nel mistero della nascita di Gesù. L’evangelista sembra voler sottolineare l’irregolarità della nascita di Gesù. Parla di Giuseppe e del dramma, doppiamente grave, che sta vivendo. Come marito tradito, dovrebbe celebrare un divorzio ufficiale (Maria apparirebbe come adultera e, quindi, rifiutata ed emarginata dai parenti e da tutti gli abitanti del villaggio). Ovviamente anche Maria pensò a queste cose quando udì l’annuncio dell’angelo. E, tuttavia, obbedì. Giuseppe, da parte sua, aveva deciso di ripudiare la sua giovane sposa, ma in segreto. Era un gesto di giustizia delicata, si potrebbe dire misericordiosa. Eppure quell’uomo giusto, ancor più delicato della legge, se avesse fatto questo avrebbe compiuto un gesto contro la giustizia più profonda di Dio. C’è infatti un oltre di Dio che l’angelo gli rivela. Giuseppe l’ascolta e comprende quello che sta accadendo attorno a lui e dentro di lui. Diviene così discepolo del Vangelo. E l’angelo continuò: “Tu lo chiamerai Gesù”. Giuseppe deve riconoscere e dire chi è quel figlio. Per questo è l’immagine del credente che sa ascoltare e sa prendere con sé Gesù. Se ascoltiamo il Vangelo anche noi riusciremo a prendere con noi Gesù come l’amico dei nostri giorni, di tutta la nostra vita.