02|05 Guarigioni nel paese di Genesaret
02|05 Guarigioni nel paese di Genesaret
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 6,53-56) - In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsaret e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse. E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.

 

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

 

Gesù è passato all’altra riva raggiungendo i discepoli dopo una difficile traversata del lago di Galilea. Appena scesi dalla barca, il Vangelo dice che «la gente subito lo riconobbe» e si accalcava attorno a lui portando i malati perché li guarisse. E tutti confidavano in lui e nella sua forza di guarigione: era sufficiente per molti anche solo toccare la frangia del suo mantello per essere guariti. E Gesù non si sottraeva alle domande della gente, non mandava via nessuno. È uno stile che interroga ciascuno di noi e le stesse nostre comunità. Non dovremmo essere noi come il lembo del mantello del Signore che i poveri e i malati possono raggiungere e toccare con le loro mani? C’è bisogno che i deboli e i poveri possano “toccare” facilmente il “corpo di Cristo” che è, appunto, la comunità dei discepoli, ed esserne sanati e guariti. Del resto, una Chiesa senza i poveri che accorrono per essere aiutati e senza i malati che ricevono consolazione è poco conforme al Vangelo. Papa Francesco invita a toccare le piaghe di Gesù toccando quelle dei poveri. Talora siamo timorosi, dominati da un falso rispetto, che ci rende più duri, freddi, sbrigativi, e sono rari i gesti di tenerezza, di amicizia. In verità c’è un incredibile bisogno di tenerezza, di compagnia, di ascolto, di accompagnamento. Lasciamo che gli altri invadano il nostro territorio, oltrepassino i nostri confini, occupino anche il nostro tempo, perché attraverso di noi possano incontrare la forza dell’amore di Gesù, che guarisce e salva.