02|13 Il lievito dei farisei
02|13 Il lievito dei farisei
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 8,14-21) - In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

L’evangelista narra una delle molte traversate del lago che Gesù faceva con i discepoli. E questa volta nota che essi avevano dimenticato di prendere pane sufficiente per tutti: «Non avevano con sé sulla barca che un solo pane». Quel pane, sembra voglia dire Marco, è Gesù. Ma quando si è presi da sé stessi e dalle proprie discussioni e lamentele, non ci si accorge di lui, perché ben altro interessa. E l’evangelista accenna a una discussione sorta tra loro su chi fosse il colpevole della dimenticanza. Ma Gesù interviene sulla vicenda e ne profitta per un nuovo insegnamento. Essi pensano che Gesù voglia intervenire sulle loro dispute interne, ma il maestro non scende al loro piano. Li ha chiamati infatti non perché restassero prigionieri delle loro sciocche dispute, ma per coinvolgerli nel suo sogno di cambiamento del mondo. E li rimprovera: «Perché discutete che non avete pane?». In effetti, non avevano ancora capito: «Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?». Gesù unisce in maniera diretta occhi, orecchie e cuore. Ma è il cuore la fonte sia della vista che dell’udito. Infatti, se il cuore è indurito noi non riusciamo né a vedere né a sentire. C’è bisogno di un cuore aperto, non pieno di sé, non avvelenato dal proprio orgoglio e dalla propria autosufficienza per poter comprendere quanto accade attorno al Vangelo. Poi c’è bisogno di “ricordare” le opere e i miracoli di Dio per poter capire la presenza di Gesù, pane di vita eterna. In effetti, i discepoli avevano con loro il “vero” pane, ma non lo avevano ancora capito. E questo non era vero solo in maniera simbolica, ma reale. Tanto che Gesù ricorda loro il miracolo della moltiplicazione dei pani appena compiuto. Gesù sazia sia il corpo che il cuore. È il senso della celebrazione eucaristica, ma anche il senso dell’ascolto del Vangelo. E dobbiamo ricordarci di quanto Gesù disse: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».