02|14 Le istruzioni di Gesù sulla pietà
02|14 Le istruzioni di Gesù sulla pietà
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 6,1-6.16-18) - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Inizia oggi il tempo della Quaresima per prepararci alla Pasqua. La Liturgia della Chiesa riporta l’accalorato invito di Dio: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti» (2,12). Preoccupato dell’insensibilità del popolo d’Israele, il profeta Gioele aggiunge: «Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male» (Gl 2,13). La Quaresima è il tempo opportuno per ritornare a Dio e ricomprendere il senso stesso della vita. La liturgia ci viene incontro con l’antico e austero segno delle ceneri. Mentre ci viene posto sul capo un piccolo pugno di cenere, il sacerdote ci dice: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai».
È la verità sulla nostra vita: siamo davvero polvere, deboli e fragili. Facilmente ci innalziamo. E dimentichiamo che siamo povera cosa. Chiunque si innalza e si sente forte, presto si scopre debole. La cenere sul capo ci ricorda la nostra debolezza. Ma non aumentare la paura o la tristezza. Al contrario, per dirci che questa debolezza che noi siamo è amata da Dio, è scelta da Dio per realizzare il suo progetto di amore e di pace per il mondo intero.
Noi cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle di pace, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo. Ci è chiesto di vigilare, affinché le coscienze non cedano alla tentazione dell’egoismo, della menzogna, della violenza e del conflitto. Il digiuno e la preghiera ci rendono sentinelle attente e vigili perché non vinca il sonno della rassegnazione che fa ritenere i conflitti inevitabili; perché non vinca il sonno della acquiescenza al male che continua a opprimere il mondo; perché sia sconfitto in radice il sonno del realismo pigro che fa ripiegare su se stessi e sui propri interessi. Nel Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù stesso esorta i discepoli a digiunare e a pregare per spogliarsi di ogni super-bia e arroganza e per disporsi a ricevere i doni di Dio. Le nostre forze, da sole, non bastano ad al-lontanare il male; abbiamo bisogno di invocare l’aiuto del Signore. Egli – come amava dire Bonhoeffer – ci rende non solo buoni, ma anche forti, perché l’amore vinca sull’odio e la pace che essi non sanno darsi.