08|08 Professione di fede e primato di Pietro
08|08 Professione di fede e primato di Pietro
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:00

Vangelo (Mt 16,13-23) - In quel tempo, Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?». Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elìa, altri Geremìa o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo. Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù interroga i discepoli su cosa la gente dicesse di lui. Sapeva bene che era molto viva l’attesa del Messia, sebbene fosse inteso come un uomo forte sia politicamente che militarmente. Egli avrebbe dovuto liberare il popolo d’Israele dalla schiavitù dei romani. Si trattava in verità di un’attesa del tutto estranea alla missione di Gesù tesa, invece, alla liberazione degli uomini dalla schiavitù del peccato e del male. Le voci su Gesù erano le più varie. Ma Gesù, dopo aver sentito queste risposte, va diritto al cuore dei discepoli: «Ma voi, chi dite che io sia?». Gesù ha bisogno che i discepoli siano in sintonia con lui, che abbiano con lui un «comune sentire», che conoscano la sua vera identità. Pietro prende la parola e, rispondendo per tutti, confessa la fede in lui come Messia. E riceve subito la beatitudine. Pietro, e con lui quel modesto gruppo di discepoli, fa parte di quei «piccoli» ai quali il Padre rivela le cose nascoste fin dalla fondazione del mondo. E Simone, uomo come tutti, fatto di «carne e sangue», nell’incontro con Gesù riceve una nuova vocazione, un nuovo compito, un nuovo impegno: essere pietra, ossia sostegno per gli altri, con il potere di legare nuove amicizie e di sciogliere i tanti legami di schiavitù che impediscono di seguire il Vangelo. La risposta di Pietro, fatta a nome di tutti, conforta Gesù che apre loro il suo cuore e manifesta quale sarà la fine che lo attende a Gerusalemme: il Messia non è un potente, ma un debole che verrà ucciso. Pietro non capisce quello che Gesù sta dicendo; pensa, anzi, che stia vaneggiando. E, spinto dal suo istinto, non certo dalla fede che prima lo ha fatto parlare, vuole allontanare Gesù dalla sua missione e dalla via verso Gerusalemme. In verità, è lui che deve percorrere ancora molta strada sulla via della comprensione del Signore, come del resto ognuno di noi. E Gesù gli dice: «Va’ dietro a me, Satana!», come a dirgli di rimettersi alla sequela del Vangelo.