09|09 Guarigione di un uomo dalla mano inaridita
09|09 Guarigione di un uomo dalla mano inaridita
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 6,6-11) - Un sabato Gesù entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. C’era là un uomo che aveva la mano destra paralizzata. Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva in giorno di sabato, per trovare di che accusarlo. Ma Gesù conosceva i loro pensieri e disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati e mettiti qui in mezzo!». Si alzò e si mise in mezzo. Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: in giorno di sabato, è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». E guardandoli tutti intorno, disse all’uomo: «Tendi la tua mano!». Egli lo fece e la sua mano fu guarita. Ma essi, fuori di sé dalla collera, si misero a discutere tra loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù entra nella sinagoga in giorno di sabato, e Luca nota che è un «altro» sabato, non solo per specificare che quella di entrare nella sinagoga e insegnare era un’attività abituale di Gesù, ma che egli con la sua presenza manifesta veramente un altro sabato, cioè un nuovo tempo, e ogni volta che il Vangelo parla alla nostra vita, la realtà profonda del sabato, ossia del riposo con Dio, trova il suo compimento. «Domando a voi – dice Gesù – in giorno di sabato è lecito fare del bene o fare del male, salvare una vita o sopprimerla?». Una domanda molto concreta, che Gesù pone davanti a un uomo malato, con la mano inaridita. Per Gesù non ci sono vie di mezzo, la vita o si salva o si perde, o si fa il bene, o quando non lo si fa sarà sempre un male. E il sabato di Dio è il bene dell’uomo, di ogni uomo. Quell’uomo non ha chiesto di essere guarito, ma è lì presente, come una domanda silenziosa, come la presenza di tanti poveri in questo mondo, nelle nostre città, che con la loro stessa vita, sofferente, dolorosa, chiedono di poter partecipare anche loro pienamente a quel riposo con Dio che è l’incontro con la bontà della vita, ma restano ai margini. Gesù invita l’uomo ad alzarsi e a venire al centro, ed è come un richiamare alla vita una persona considerata inesistente. E allora in quell’uomo guarito c’è anche una parte della nostra vita, a volte ripiegata su di sé. «Tendi la tua mano» dice Gesù a ciascuno di noi: è il segno che è possibile fare il bene, che quella mano può essere usata per servire, per accompagnare, per accogliere, per collaborare al disegno di Dio di fare bene ogni cosa. La guarigione di quell’uomo è l’inizio di un nuovo sabato, una nuova creazione, in cui al centro c’è la vita di ogni uomo sempre da salvare.