08|23 Qual è il più grande comandamento della Legge?
08|23 Qual è il più grande comandamento della Legge?
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 22,34-40) - In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». La risposta di Gesù è immediata e chiara: l’amore verso Dio e verso il prossimo è il perno attorno al quale ruotano «tutta la Legge e i Profeti». Le correnti religiose dell’ebraismo avevano codificato ben 613 precetti, di cui 365 negativi e 248 positivi. Era una mole di disposizioni, anche se non tutte dello stesso valore. Era chiaro però quale fosse il primo: «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,4-5). Come pure era noto il precetto di amare il prossimo. L’originalità della risposta di Gesù non sta nel fatto di ricordarli ambedue, ma nel collegarli così strettamente al punto da unificarli. Il comandamento riguardante l’amore per il prossimo è assimilato al primo e massimo comandamento sull’amore integrale e totale a Dio, in quanto appartiene alla stessa categoria di principio unificante e fondamentale. Gesù afferma che la strada per arrivare a Dio incrocia necessariamente quella che porta agli uomini. L’amore verso Dio e l’amore per il prossimo racchiudono l’intera Legge. Gesù per primo ha osservato questo duplice comandamento e resta l’esempio più alto a cui guardare per amare Dio e il prossimo. Gesù nulla ha anteposto all’amore del Padre, neppure la sua vita. Giovanni, l’evangelista, arriva a dire che «noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli» (1Gv 3,14). Non solo: Dio non sembra neppure mettersi in concorrenza con l’amore per gli uomini; in certo senso non insiste sulla reciprocità dell’amore (è ovvio che deve esserci). Gesù, infatti non chiede: “Amatemi, come io vi ho amati”, ma: «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi».