Vangelo (Lc 17,20-25) - In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: «Eccolo qui», oppure: «Eccolo là». Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: «Eccolo là», oppure: «Eccolo qui»; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».
Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia
Gesù inaugura il regno di Dio sulla terra ma non in maniera da “attirare l’attenzione”, ossia non in una forma imponente e spettacolare. Nessuno, infatti, può dire «eccolo là» oppure «eccolo qua», poiché è di natura spirituale, interiore. Gesù è il «tempo nuovo» della salvezza. Il regno dei cieli, ossia il luogo ove «regna» l’amore e la misericordia, inizia esattamente con la venuta sulla terra del Figlio di Dio: la sua azione di guarigione e la sua predicazione combattono il male che perde sempre più terreno fino alla sconfitta definitiva che giunge attraverso la sua morte e risurrezione. Per questo Gesù può dire che il regno di Dio «è in mezzo a voi», ossia tra coloro che ascoltano e mettono in pratica la sua parola. La partecipazione al regno, a questo sogno di liberazione del mondo dal potere del diavolo e del male, comporta anche sofferenza e dolore, a partire da Gesù stesso. È il senso delle parole che Gesù disse: «Il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono» (Mt 11,12). C’è insomma una lotta incessante tra il bene e il male. Gesù ha sconfitto radicalmente il male che continua tuttavia ad avere come dei colpi di coda. In quei giorni – dice Gesù rivolgendosi direttamente ai discepoli e non più ai farisei – quando la prova sarà dura i discepoli vorranno vedere «anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo», ossia avere qualche consolazione. Ma non accadrà. Non per questo debbono lasciare il maestro per seguire i falsi idoli che appaiono sulla scena. Non debbono cercare «là» o «qua» il Messia. Gesù resta il solo Signore e lui solo essi debbono seguire. Il Vangelo resta saldo, è come la «folgore» che «guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo»; la sua proclamazione infatti squarcia il buio del mondo e svela il volto di Gesù.