12|16 Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto
12|16 Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mt 17,10-13) - Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Il brano evangelico riporta il breve dialogo che avvenne tra Gesù e i discepoli dopo la trasfigurazione, mentre scendevano dal monte Tabor. La conversazione verte su uno dei protagonisti della visione, il profeta Elia. I discepoli erano sempre più convinti che Gesù fosse il Messia. Gli scribi, tuttavia, continuavano a sostenere che prima del Messia sarebbe dovuto venire Elia. In effetti, nel libro del profeta Malachia, è scritto: «Ecco, io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore: egli convertirà il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i padri, perché io, venendo, non colpisca la terra con lo sterminio» (Ml 3,23). Gesù conferma ai discepoli questa profezia, ma spiega che Elia è già venuto. E ha subito la stessa sorte che dovrà subire il Figlio dell’uomo: la gente non lo riconosce, anzi lo rifiuta, facendo di lui «quello che hanno voluto». I discepoli credono che Gesù parlasse del Battista, in realtà stava parlando della sorte che lo attendeva. Ogni credente ha bisogno di un profeta che lo prepari ad accogliere il Signore che viene. L’evangelista Luca dice del Battista: «Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia» (Lc 1,17). Chi è per noi il profeta che ci prepara ad accogliere il Signore? è la Parola di Dio predicata. Colui che predica il Vangelo è per noi Elia e il Battista: «La sua parola bruciava come fiaccola», dice il Siracide. A noi tutti è chiesto di non chiudere le orecchie al Vangelo e di ascoltarne la Parola e di non chiudere gli occhi per scorgere i “segni di Dio”. L’attesa del Signore non è un’attesa passiva, ma andargli incontro ascoltando la Parola di Dio e testimoniando il suo amore.