10|02 Tre vocazioni
10|02 Tre vocazioni
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 9,57-62) - In quel tempo, mentre andavano per la strada, un tale disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose. «Signore, concedimi di andare prima a seppellire mio padre». Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio». Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Gesù ha appena iniziato il suo viaggio dalla Galilea verso Gerusalemme e subito si pone il problema della sequela. In tanti accorrevano a lui, soprattutto uomini e donne bisognose di aiuto, di guarigione, di conforto, ma come continuare a seguirlo? Tra coloro che venivano guariti o che restavano affascinati dalle sue parole, vi era chi decideva di stare con lui e di seguirlo nel suo cammino. Non era però una scelta scontata e neppure facile. Non tutti lo capiscono. E molti lo abbandonano perché l’impegno è notevole. Altri però si avvicinano e si presentano a Gesù chiedendo di seguirlo. Nelle risposte di Gesù emergono le condizioni per poterlo seguire e divenire suo discepolo. Ed è singolare che le tre risposte date da Gesù riguardino in qualche modo i rapporti con la famiglia. Al primo che gli chiede di seguirlo, ossia di condividere il suo stesso destino, Gesù risponde che il Figlio dell’uomo, a differenza delle volpi che hanno tane e degli uccelli che hanno nidi, non ha neppure dove posare il capo. Il discepolo deve vivere con la stessa povertà che ha il maestro. La seconda persona riceve direttamente da Gesù la chiamata. E alla domanda di permettergli di seppellire il padre, Gesù risponde affermando il primato della sequela e dell’annuncio del Vangelo anche rispetto ai momenti più delicati della vita di una famiglia, come la sepoltura del padre. Il terzo che si avvicina si sente dire da Gesù che, se vuole seguirlo, non deve avere nessun rimpianto per la vita che ha lasciato. La vita che si riceve nella sequela con Gesù non sopporta rimpianti e sguardi all’indietro. La sequela di Gesù è senza dubbio una scelta radicale e anche paradossale. Ma è così perché l’amore di Gesù per noi è totale, radicale, paradossale, unico. Potremmo dire che Gesù per primo vive questa radicalità nell’obbedienza al padre e al suo disegno. Il discepolo vive dello stesso amore che Gesù ha per il Padre. È questo l’amore di cui abbiamo bisogno per essere liberati, noi e il mondo, dalla schiavitù del peccato e della morte. Preghiera con i santi