10|06 La questione del divorzio e l’accoglienza dei bambini
10|06 La questione del divorzio e l’accoglienza dei bambini
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 10,2-16) - In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

«In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». Nell’accogliere i piccoli e nel diventare piccoli, c’è tutto il segreto del regno dei cieli. Un regno che troppe volte pensiamo lontano, proiettato in un ipotetico futuro. In realtà ogni volta che un piccolo, un bambino, un povero è accolto, lì c’è già un pezzo del regno dei cieli. Questa, del resto, è la volontà di Dio sulla vita dell’uomo fin dal principio: «Non è buono che l’uomo sia solo». L’uomo non è fatto per la solitudine, ma per l’amore e capiamo il senso della nostra vita solo insieme, andando oltre noi stessi, pensandola con gli altri, nella via esigente dell’amore. Quanta solitudine segna oggi, purtroppo, la vita degli uomini. Una mentalità individualista e materialista indurisce i cuori e porta a “ripudiare” gli altri. È la storia triste di solitudine e di poco amore che genera quella cultura dello scarto che butta via tanta vita e tanta umanità. Il male divide e disperde gli uomini, li spinge a giustificare il ripudio dell’altro, portando a credere che si può ed è meglio, alla fine, vivere da soli e vivere solo per sé. Così si ripudia la moglie (o il marito) come si può ripudiare e mandare via chi diventa un peso o un problema, come uno straniero. Gesù ricorda ai farisei e a ciascuno che non siamo mai felici da soli. Dio unisce e l’uomo non deve separare. Gesù non condanna nessuno ma insegna agli uomini che nell’amore si manifesta il mondo così come Dio l’ha voluto, il sogno di Dio per ognuno di noi e per questo mondo ancora troppo diviso da guerre e conflitti. Ma qual è il segreto? Mettere al centro i piccoli, accogliere i poveri, quelli che da soli non possono farcela. Per questo Gesù si indigna con i suoi discepoli che stavano cacciando i bambini. Il regno di Dio appartiene a chi è come loro, afferma Gesù. Gesù è il primo dei piccoli, e in realtà noi, siamo tutti bisognosi di amore, ma non lo capiamo fino a quando non ci spendiamo per amare e accogliere, e accogliere i piccoli rinnova il nostro cuore invecchiato e chiuso. A chi è come i piccoli appartiene il regno di Dio, e chi non è come loro ne resta escluso. Quante energie, tempo, pensieri spendiamo per cercare di essere autosufficienti e fare a meno degli altri, per affermare noi stessi. Ma se non diventeremo come bambini non entreremo nel regno dei cieli.