12|10 La predicazione di Giovanni il Battista
12|10 La predicazione di Giovanni il Battista
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Mc 1,1-8) - Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

«Inizio del Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Sono le prime parole del Vangelo di Marco, il Vangelo che ci accompagnerà lungo questo anno liturgico. È il più piccolo dei Vangeli e quasi certamente il primo a essere stato scritto. Gli studiosi ci dicono che arrivò molto presto a Roma e di qui si diffuse subito per tutto il territorio dell’impero romano. È stata la prima «buona notizia di Gesù, Cristo, Figlio di Dio», ad aver percorso le vie del mondo di allora partendo da Roma. Come sappiamo bene, la parola Vangelo significa “buona notizia”. E questa notizia ci viene annunciata anche oggi, mentre questo nostro tempo è segnato da guerre e conflitti, da ingiustizie e violenze, da abbandoni e crudeltà che si riversano soprattutto sui più poveri. Il luogo di questo primo annuncio è il deserto. Potremmo paragonare il brano evangelico odierno al Battista che parla nel deserto e che ci avverte di prepararci ad accogliere Gesù. Come nel tempo dell’esilio del popolo ebraico, il profeta Isaia avvertì il popolo che Dio stava tornando per liberarlo, così oggi il Vangelo ci avverte che sta per venire Gesù. Giovanni, che vestiva con peli di cammello, che non stava nel lusso e che non abitava i palazzi del potere, è solo una “voce” che parla nel deserto. Così il Vangelo è solo una “parola” che parla nel deserto di questo mondo e richiama tutti a preparare la strada a Gesù che sta per nascere in mezzo a noi. La sobrietà del Vangelo, il suo linguaggio semplice, ha però la forza di scardinare ogni chiusura. Il Vangelo di questo tempo d’Avvento ha fretta che i cuori si aprano e accolgano il Signore. La sua parola colma i vuoti dei cuori, appiana i monti degli egoismi che schiacciano gli uni gli altri, abbatte i muri che separano, strappa le radici amare che avvelenano i rapporti, raddrizza i sentieri distorti dell’odio, della maldicenza, dell’invidia, dell’indifferenza, dell’orgoglio. L’evangelista Marco, parlando di Giovanni e della sua predicazione, nota: «Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme» per farsi battezzare, ognuno confessando i propri peccati. L’annuncio del Vangelo diventa l’occasione per stringerci attorno al Battista e alla sua predicazione. Quando le Sacre Scritture si aprono e la Parola di Dio viene annunciata e predicata, in quel momento si apre la strada del Signore; beati noi se sapremo accoglierla e percorrerla perché certo ci condurrà incontro al Signore che viene.