12|22 Canto di Maria (Magnificat)
12|22 Canto di Maria (Magnificat)
M Mons. Vincenzo Paglia
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Vangelo (Lc 1,46-56) - In quel tempo, Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Il commento al Vangelo a cura di Monsignor Vincenzo Paglia

Nell’incontro con la cugina Elisabetta, Maria è stata salutata con la prima beatitudine che appare nel Vangelo: «Bea-ta colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Deve farci riflettere il fatto che questa prima beatitudine sia legata all’ascolto della Parola di Dio. Appare subito che l’ascolto del Vangelo non è senza problemi, senza turbamenti, appunto, come avviene in questo incontro. Per Maria si trasformò subito nella gioia di sentirsi amati da Dio e di essere nelle sue mani. Maria, divenuta la prima beata del Vangelo, canta infatti la gioia di essere scelta e amata da Dio. Dal suo cuore sgorga un inno di lode perché il Signore del cielo e della terra ha chinato il suo sguardo verso di lei, nonostante che lei fosse una povera e debole creatura. Nel canto del Magnificat, Maria raccoglie in una sintesi straordinaria la felicità degli ’anawîm, di coloro che, consapevoli della loro pochezza, ponevano tutta la loro vita nelle mani del Signore e da lui attendevano ogni pienezza. Maria non nasconde la sua piccolezza e la sua povertà, sa che la vera ricchezza è quella di Dio che sceglie i poveri e i piccoli per manifestare il suo amore. Quello stesso Dio che ha liberato Israele dalla schiavitù dell’Egitto, che ha protetto i poveri, che ha umiliato i superbi e che ha ricolmato di beni gli affamati, si è chinato su di lei e l’ha amata così tanto da renderla Madre del Figlio. Lei, con tremore e gioia grande, ha accolto nel suo cuore questo immenso dono e ne ha fatto lo scopo della sua stessa esistenza. Da quel giorno, attraverso di lei, Dio ha posto la sua dimora in mezzo agli uomini. In lei il Verbo si è fatto carne. E in lei il Signore ci ha indicato la via che i credenti di tutti i tempi, anche noi, sono chiamati a percorrere.