Lettura Sap 6,1-11 | Ascoltate dunque, o re, e cercate di comprendere; imparate, o governanti di tutta la terra. Porgete l'orecchio, voi dominatori di popoli, che siete orgogliosi di comandare su molte nazioni. Dal Signore vi fu dato il potere e l'autorità dall'Altissimo; egli esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi: pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente né avete osservato la legge né vi siete comportati secondo il volere di Dio. Terribile e veloce egli piomberà su di voi, poiché il giudizio è severo contro coloro che stanno in alto. Gli ultimi infatti meritano misericordia, ma i potenti saranno vagliati con rigore. Il Signore dell'universo non guarderà in faccia a nessuno, non avrà riguardi per la grandezza, perché egli ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo. Ma sui dominatori incombe un'indagine inflessibile. Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole, perché impariate la sapienza e non cadiate in errore. Chi custodisce santamente le cose sante sarà riconosciuto santo, e quanti le avranno apprese vi troveranno una difesa. Bramate, pertanto, le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Sapienza 6,1-11 | La vita del giusto, incoronato con il diadema regale, è un modello da imitare soprattutto per coloro che hanno responsabilità di governo. L’invito divino verso costoro è pieno di sollecitudine. A loro viene chiesto ciò che il Signore vuole da tutti, ossia la ricerca della sapienza e della Parola di Dio: «Bramate, pertanto, le mie parole, desideratele e ne sarete istruiti». La Parola di Dio istruisce, insegna la via del bene e della giustizia. Per questo tutti, anche i forti e i re, sono chiamati a cercarla e a desiderarla. La Parola di Dio è per tutti, anche per i governanti. Essa dona un modo sapiente di interpretare la storia, aiuta a scrutare i segni dei tempi e ad avere visioni oltre i ristretti orizzonti abituali. La Bibbia, attribuendo l’origine del potere umano a Dio, non intende stabilire una teocrazia, quanto ricordare che nessuno è detentore assoluto del potere. Tutti sono sottomessi a Dio; da lui, in-fatti, ricevono vita e forza. Ogni totalitarismo è, in fondo, idolatria. Per questo governare è una responsabilità, anzi, un servizio. Chi governa deve imparare dal Signore, che «ha creato il piccolo e il grande e a tutti provvede in egual modo». C’è un principio di uguaglianza che la Sapienza afferma quando ancora l’idea dell’uguaglianza tra gli esseri umani non si era affermata. L’origine divina è la radice dell’uguaglianza tra tutti. Tale fondamento teologico chiede a tutti, ma in particolare a chi ha responsabilità di governo, di conservare e tutelare la dignità di ogni uomo dal concepimento sino alla morte naturale.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 81 (82)
R. Àlzati, o Dio, a giudicare la terra.
Difendete il debole e l’orfano,
al povero e al misero fate giustizia!
Salvate il debole e l’indigente,
liberatelo dalla mano dei malvagi. R.
Io ho detto: «Voi siete dèi,
siete tutti figli dell’Altissimo,
ma certo morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti». R.
Vangelo Lc 17,11-19 | Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: "Gesù, maestro, abbi pietà di noi!". Appena li vide, Gesù disse loro: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: "Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: "Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".