Gesù e sua madre
Gesù e sua madre
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Eb 5,7-9 | Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo dalla morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Giovanni 19,25-27 | Subito dopo la festa dell’Esaltazione della Croce, la Chiesa celebra la memoria della Beata Vergine Maria Addolorata. Il Vangelo di Giovanni, in poche righe, ci narra lo straordinario mistero della presenza di Maria, addolorata per la morte del figlio, che gli resta accanto e riceve da lui una nuova missione. Forse in quelle ore Maria tornò con la mente all’incontro con Simeone e comprese fino in fondo le parole che le aveva rivolto: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,33-35). La passione di Gesù, segnata dalla violenza e dal tradimento sino alla croce, aveva già il germe della vita risorta. Dall’alto della croce, infatti, Gesù non chiede consolazione per sé, come avremmo fatto noi, non invoca compassione per sé. Egli – e ci offre così un esempio di immenso amore – si preoccupa anzitutto della madre e del giovane discepolo che egli amava. Nel discepolo c’è il volto di ognuno di noi. Gesù ci affida tutti alla madre, a Maria, alla Chiesa, alla comunità dei credenti. E, viceversa, affida a Maria ciascuno di noi. Non siamo abbandonati a una società che tanto spesso è matrigna con i suoi figli. Gesù chiede a Maria di essere anche nostra madre, affidandole il compito di essere la madre di tutti. Gli antichi dicevano che non si dice mai abbastanza di Maria, di questa madre. E in un certo senso è verissimo: Maria è la prima dei credenti, la prima ad avere un cuore come quello del Figlio. E le tante immagini dell’Addolorata diffuse tra il grande popolo dei credenti mostrano non solo il bisogno che tutti abbiamo di una madre, ma soprattutto che l’abbiamo trovata o meglio che ci è stata data. A noi il compito di accoglierla.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 30 (31)

R. Salvami, Signore, per la tua misericordia.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio. R.
 
Vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. R.
 
Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.
 
Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.
 
Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia. R.


Vangelo Gv 19,25-27 | Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.