Maria e Aronne contro Mosè
Maria e Aronne contro Mosè
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Nm 12,1-13 | Maria e Aronne parlarono contro Mosè, a causa della donna etiope che aveva preso. Infatti aveva sposato una donna etiope.
Dissero: "Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?". Il Signore udì.
Ora Mosè era un uomo assai umile, più di qualunque altro sulla faccia della terra.
Il Signore disse a un tratto a Mosè, ad Aronne e a Maria: "Uscite tutti e tre verso la tenda del convegno". Uscirono tutti e tre.
Il Signore scese in una colonna di nube, si fermò all'ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti.
Il Signore disse: "Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui.
Non così per il mio servo Mosè: egli è l'uomo di fiducia in tutta la mia casa.
Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non per enigmi, ed egli contempla l'immagine del Signore. Perché non avete temuto di parlare contro il mio servo, contro Mosè?".
L'ira del Signore si accese contro di loro ed egli se ne andò.
La nube si ritirò di sopra alla tenda ed ecco: Maria era lebbrosa, bianca come la neve. Aronne si volse verso Maria ed ecco: era lebbrosa.
Aronne disse a Mosè: "Ti prego, mio signore, non addossarci il peccato che abbiamo stoltamente commesso!
Ella non sia come il bambino nato morto, la cui carne è già mezza consumata quando esce dal seno della madre".
Mosè gridò al Signore dicendo: "Dio, ti prego, guariscila!".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Numeri 12,1-13 | Mosè diventa oggetto di critiche anche da parte di Aronne. Il motivo sembra essere la donna etiope, quindi straniera, che aveva sposato. La tentazione del popolo di Israele era di giudicare tutto a partire dalla propria esperienza, di credere vero solo quello che esso comprende direttamente, riducendo ogni cosa alla propria visione e tradizione. Dio è sempre più largo del nostro cuore. Il Signore non accetta le mormorazioni, piccole o grandi che siano, perché indeboliscono il popolo, approfondiscono le divisioni, gettano il sospetto, allontanano i fratelli ed espongono tutti alla forza del male. Mosè era molto più mansueto di ogni uomo che è sulla terra. È un umile, dice il libro dei Numeri, e questa è la sua forza. Non risponde lui ma lascia che sia Dio a intervenire per difenderlo. Quando non siamo umili, il nostro io ci fa illudere di essere forti e così rispondiamo al male col male, facendo crescere i semi di divisione. Dio a tutti e tre chiede di andare alla tenda del convegno e rimprovera Aronne e Maria perché non hanno temuto di parlare contro il suo servo. L’ira di Dio è il suo sentimento forte, come lo sdegno di Gesù nel tempio occupato dai mercanti; non è punizione ma manifestazione della sua grande passione. Comprenderla ci aiuta a valutare le conseguenze dei nostri gesti, il dolore che provocano nel cuore di Dio. Quando egli se ne va, quando lo perdiamo a causa della nostra furbizia, il cuore si ammala, come avviene a Maria. Finalmente Aronne si rende conto delle conseguenze del peccato e chiede guarigione. Mosè stesso intercede per Maria e Aronne. È davvero umile. Rimette tutto nelle mani di Dio e non si erge lui a giudice del fratello.


Salmo Responsoriale

 


Vangelo Mt 14,22-36 | Subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: "È un fantasma!" e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: "Coraggio, sono io, non abbiate paura!". Pietro allora gli rispose: "Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque". Ed egli disse: "Vieni!". Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: "Signore, salvami!". E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: "Uomo di poca fede, perché hai dubitato?". Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: "Davvero tu sei Figlio di Dio!". Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti.