La Madre e il discepolo amato
La Madre e il discepolo amato
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Gen 3,9-15.20 | Ma il Signore Dio chiamò l'uomo e gli disse: "Dove sei?". Rispose: "Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto". Riprese: "Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?". Rispose l'uomo: "La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato". Il Signore Dio disse alla donna: "Che hai fatto?". Rispose la donna: "Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato".

Allora il Signore Dio disse al serpente: "Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici! Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno".

L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Giovanni 19,25-34 | Dopo aver celebrato la grande festa della Pentecoste, che ha segnato l’inizio della storia della Chiesa nel mondo, la liturgia ci invita a contemplare Maria con il titolo di madre della Chiesa. Potremmo dire che questa maternità appare già evidente sotto la croce, quando Gesù stesso dice a Maria: «Donna, ecco tuo figlio» e al discepolo: «Ecco tua madre». Queste parole di Gesù parlano alla nostra vita, a ciascuno di noi che tanto facilmente è spinto a mettersi al sicuro, a evitare i problemi, ad allontanare la sofferenza e a non affrontare la sfida del male. Maria, forse, in quel giorno comprese la verità delle parole che le aveva rivolto Simeone: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35), così come la lancia aveva trafitto il costato di Gesù. Si potrebbe dire invece che dovunque si forma una comunità di discepoli sotto la croce, segno di ogni sofferenza umana, lì c’è la Chiesa. Bisogna stare e sostare sui tanti calvari del mondo, accanto a tanti crocifissi, per ricevere la consolazione di trovare una madre e un figlio, per avere fratelli e sorelle, che non abbandonano e non lasciano da soli. «E da quell’ora – dice il Vangelo – il discepolo l’accolse con sé». Prendere nella propria casa, nel proprio cuore, la madre di Gesù significa essere con lei sotto le tante croci del mondo come un segno di speranza e inizio di una vita nuova, di una nuova famiglia che si forma. L’icona della crocifissione, con Maria e Giovanni sotto la croce, di-viene il modello della Chiesa, di ogni comunità cristiana.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 86(87)

R. Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!

Sui monti santi egli l’ha fondata;
il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe. R.
 
Di te si dicono cose gloriose, città di Dio!
Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro in essa sono nati
e lui,  l'Altissimo, la mantiene salda ». R.
 
Il Signore registrerà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». R.


Vangelo Gv 19,25-34 | Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco tua madre!". E da quell'ora il discepolo l'accolse con sé.

Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l'aceto, Gesù disse: "È compiuto!". E, chinato il capo, consegnò lo spirito.

Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era infatti un giorno solenne quel sabato -, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all'uno e all'altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.