Gesù e sua madre sotto la croce
Gesù e sua madre sotto la croce
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura At 14,19-28 | Ma giunsero da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.

Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede, "perché - dicevano - dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni". Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.

Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto. Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Giovanni 19,25-34 | Dopo aver celebrato la grande festa della Pentecoste, che ha segnato l’inizio della storia della Chiesa nel mondo, la liturgia ci invita a contemplare Maria con il titolo di madre della Chiesa. Potremmo dire che questa maternità appare già evidente sotto la croce, quando Gesù stesso dice a Maria: «Donna, ecco tuo figlio» e al discepolo: «Ecco tua madre». Queste parole di Gesù parlano alla nostra vita, a ciascuno di noi che tanto facilmente è spinto a mettersi al sicuro, a evitare i problemi, ad allontanare la sofferenza e a non affrontare la sfida del male. Maria, forse, in quel giorno comprese la verità delle parole che le aveva rivolto Simeone: «Anche a te una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35), così come la lancia aveva trafitto il costato di Gesù. Si potrebbe dire invece che dovunque si forma una comunità di discepoli sotto la croce, segno di ogni sofferenza umana, lì c’è la Chiesa. Bisogna stare e sostare sui tanti calvari del mondo, accanto a tanti crocifissi, per ricevere la consolazione di trovare una madre e un figlio, per avere fratelli e sorelle, che non abbandonano e non lasciano da soli. «E da quell’ora – dice il Vangelo – il discepolo l’accolse con sé». Prendere nella propria casa, nel proprio cuore, la madre di Gesù significa essere con lei sotto le tante croci del mondo come un segno di speranza e inizio di una vita nuova, di una nuova famiglia che si forma. L’icona della crocifissione, con Maria e Giovanni sotto la croce, di-viene il modello della Chiesa, di ogni comunità cristiana.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 144(145)

R. I tuoi amici, Signore, proclamino la gloria del tuo regno.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza. R.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni. R.

Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre. R.


Vangelo Gv 14,27-31a | Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco. Alzatevi, andiamo via di qui".