Il serpente innalzato
Il serpente innalzato
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Nm 21,4-9 | Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: "Perché ci avete fatto salire dall'Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c'è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero". Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d'Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: "Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti". Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita". Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l'asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Numeri 21, 4-9. Il serpente innalzato | Nella ribellione e nella mormorazione del popolo si genera un male insidioso rappresentato dai "serpenti brucianti": è una raffigurazione del male che fin dalle origini umilia l’uomo volendolo separare dall'amore di Dio. In questo caso è la stanchezza per il viaggio, il lamento per le difficoltà del cammino e la scarsità delle risorse. Nel deserto la tentazione diventa facilmente rivendicazione di ciò che sembra mancare. In quei serpenti brucianti possiamo leggere tutti quei sentimenti che ancora oggi avvelenano i rapporti umani e impediscono di camminare insieme.

Il popolo prende coscienza però del suo peccato e si rivolge a Mosè per chiedere la sua intercessione. E qui il racconto del libro dei Numeri parla di un simbolo particolare, l’innalzamento di un serpente di bronzo che il popolo doveva guardare per poter essere salvo dal veleno di quei serpenti. Guardare è un gesto di fede, come ricorda il libro della Sapienza commentando questo brano: «Chi si volgeva a guardarlo era salvato non per mezzo dell'oggetto che vedeva ma da Te, Salvatore di tutti».

Gesù, nel suo dialogo con Nicodemo, evoca proprio questo episodio biblico per parlare della croce e del «Figlio dell'uomo innalzato». Mentre nella mormorazione il popolo guardava al terreno che avevano percorso con stanchezza e nostalgia della passata schiavitù, per continuare il cammino è necessario sollevare lo sguardo da sé e farsi guidare da colui che si fa innalzare per la nostra salvezza.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 101 (102)

R. Signore, ascolta la mia preghiera.

Signore, ascolta la mia preghiera,
a te giunga il mio grido di aiuto.
Non nascondermi il tuo volto
nel giorno in cui sono nell'angoscia.
Tendi verso di me l'orecchio,
quando t'invoco, presto, rispondimi! R.

Le genti temeranno il nome del Signore
e tutti i re della terra la tua gloria,
quando il Signore avrà ricostruito Sion
e sarà apparso in tutto il suo splendore.
Egli si volge alla preghiera dei derelitti,
non disprezza la loro preghiera. R.

Questo si scriva per la generazione futura
e un popolo, da lui creato, darà lode al Signore:
«Il Signore si è affacciato dall'alto del suo santuario,
dal cielo ha guardato la terra,
per ascoltare il sospiro del prigioniero,
per liberare i condannati a morte». R.


Vangelo Gv 8,21-30 | Di nuovo disse loro: "Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire". Dicevano allora i Giudei: "Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: 'Dove vado io, voi non potete venire'?". E diceva loro: "Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo. Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati". Gli dissero allora: "Tu, chi sei?". Gesù disse loro: "Proprio ciò che io vi dico. Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo". Non capirono che egli parlava loro del Padre. Disse allora Gesù: "Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite". A queste sue parole, molti credettero in lui.