Lettura Is 50,4-9a | Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? Ecco, come una veste si logorano tutti, la tignola li divora.
Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia
Matteo 26,14-25 | Il racconto del tradimento di Giuda suscita sempre sentimenti di dolore e di sconcerto. Giuda arriva a vendere il suo maestro per trenta denari (il prezzo del riscatto di uno schiavo). E quanta amarezza c’è nelle parole iniziali del Vangelo che oggi abbiamo letto: «Uno dei Dodici»! Sì, uno dei più amici. Uno che Gesù si era scelto e che aveva amato e curato, e anche difeso dagli attacchi degli avversari. E ora è proprio lui che lo vende ai nemici. Giuda si era lasciato sedurre dalla ricchezza e aveva approfondito così la distanza dal Maestro sino a concepire e poi ad attuare il tradimento. Gesù, del resto, aveva detto chiaramente: «Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). Giuda finì per preferire la seconda. E si incamminò su quella via. Gesù sapeva bene quel che lo attendeva: «Il mio tempo è vicino». Tanto che chiese ai discepoli di preparare la cena pasquale, la cena dell’agnello, mostrando così che non era Giuda che lo “consegnava” ai sacerdoti, ma lui stesso si “consegnava” alla morte per amore degli uomini. La domanda d’amore posta da Gesù quella sera continua a risuonare alle orecchie di ogni discepolo, anzi di ogni uomo: la passione di Gesù non è terminata. E il bisogno di amore sale soprattutto dai poveri, dai deboli, dai soli, dagli esclusi. E tutti dobbiamo essere attenti ad allontanare da noi quell’istinto di tradimento nascosto nel cuore di ognuno. Anche Giuda quella sera, per nascondere il suo animo agli altri, osò dire: «Sono forse io, Signore?». Interroghiamoci sui nostri tradimenti, non per lasciarcene schiacciare, ma per legarci ancor più a Gesù che continua a prendere sulle spalle i peccati del mondo.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 68 (69)
R. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
Oppure:
R. Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore.
Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.
Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto. R.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento.
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.
Vangelo Mt 26,14-25 | Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: "Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?". E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?". Ed egli rispose: "Andate in città da un tale e ditegli: Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: "In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà". Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". Ed egli rispose: "Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto".