Nell’incredulità il popolo di Dio si lamenta
Nell’incredulità il popolo di Dio si lamenta
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Nm 11,4b-15 | La gente raccogliticcia, in mezzo a loro, fu presa da grande bramosia, e anche gli Israeliti ripresero a piangere e dissero: "Chi ci darà carne da mangiare?
Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell'aglio.
Ora la nostra gola inaridisce; non c'è più nulla, i nostri occhi non vedono altro che questa manna".
La manna era come il seme di coriandolo e aveva l'aspetto della resina odorosa.
Il popolo andava attorno a raccoglierla, poi la riduceva in farina con la macina o la pestava nel mortaio, la faceva cuocere nelle pentole o ne faceva focacce; aveva il sapore di pasta con l'olio.
Quando di notte cadeva la rugiada sull'accampamento, cadeva anche la manna.
Mosè udì il popolo che piangeva in tutte le famiglie, ognuno all'ingresso della propria tenda; l'ira del Signore si accese e la cosa dispiacque agli occhi di Mosè.
Mosè disse al Signore: "Perché hai fatto del male al tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, al punto di impormi il peso di tutto questo popolo?
L'ho forse concepito io tutto questo popolo? O l'ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: "Portalo in grembo", come la nutrice porta il lattante, fino al suolo che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri?
Da dove prenderò la carne da dare a tutto questo popolo? Essi infatti si lamentano dietro a me, dicendo: "Dacci da mangiare carne!".
Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me.
Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; che io non veda più la mia sventura!".


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Numeri 11,4b-15 | Questa pagina biblica si apre con il lamento del popolo di Israele che non ha cibo a sufficienza, come non era accaduto nemmeno in Egitto, durante la schiavitù. In quegli anni terribili vi era anzi grande varietà di cibi che il testo enumera: «Ci ricordiamo dei pesci che mangiavamo in Egitto gratuitamente, dei cetrioli, dei cocomeri, dei porri, delle cipolle e dell’aglio» (v. 5). Ora hanno solamente la manna. Ma il fatto di averne solo una porzione al giorno indicava che si dovesse avere fiducia totale in Dio che, appunto, forniva il necessario giorno dopo giorno. Anche Gesù dirà: «Non preoccupatevi dunque dicendo: ‘Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?’ Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno» (Mt 6,31-32). È il rifiuto di accontentarsi dei doni di Dio a indurre gli israeliti a lamentarsi. Il male insinua sempre la convinzione di non avere a sufficienza, di essere quindi abbandonati, senza però vedere i tanti segni della misericordia e della presenza di Dio. Così veniamo presi dalla “bramosia”, dalla tentazione di possedere, di consumare, di misurare, di avere oggi, di ottenere la ricompensa. Il passato diventa nostalgia di quello che si è lasciato, dimenticando quanto in realtà fossimo degli schiavi e il cibo fosse pieno di amarezza. E quando guardiamo indietro non sappiamo più riconoscere i doni che abbiamo ricevuto. Mosè comunque ascolta il lamento del popolo e lo fa suo. Sente tutta la sua inadeguatezza e la presenta a Dio: «Non posso io da solo portare il peso di tutto questo popolo; è troppo pesante per me». Spesso i discepoli del Signore sentono la fatica del cammino, la richiesta di una sicurezza e di una vita piena. Dio non si scandalizza, ascolta tutto e non allontana nessuna nostra richiesta.


Salmo Responsoriale

 


Vangelo Mt 14,13-21 | Avendo udito questo, Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte. Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: "Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare".
Ma Gesù disse loro: "Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare".
Gli risposero: "Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!".
Ed egli disse: "Portatemeli qui".
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull'erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene.
Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.