L’angelo del Signore appare a Gedeone
L’angelo del Signore appare a Gedeone
M Mons. Vincenzo Paglia
00:00
00:03

Lettura Gdc 6,11-24a | Ora l'angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. L'angelo del Signore gli apparve e gli disse: "Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!". Gedeone gli rispose: "Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: "Il Signore non ci ha fatto forse salire dall'Egitto?". Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian". Allora il Signore si volse a lui e gli disse: "Va' con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?". Gli rispose: "Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre". Il Signore gli disse: "Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo". Gli disse allora: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti". Rispose: "Resterò fino al tuo ritorno". Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un'efa di farina fece focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. L'angelo di Dio gli disse: "Prendi la carne e le focacce azzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo". Egli fece così. Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime, e l'angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. Gedeone vide che era l'angelo del Signore e disse: "Signore Dio, ho dunque visto l'angelo del Signore faccia a faccia!". Il Signore gli disse: "La pace sia con te, non temere, non morirai!". Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò "Il Signore è pace". Esso esiste ancora oggi a Ofra degli Abiezeriti.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Giudici 6,11-24a | Alla vicenda di Deborah, profetessa e giudice, segue immediatamente il ciclo di Gedeone, che occupa ben tre capitoli del libro. La storia si apre con la constatazione della schiavitù dei madianiti i quali costringono il popolo a lavorare per loro. Al termine del lavoro, infatti, si vedono requisire tutto il raccolto. Israele però non cessa di pregare il Signore perché sia ancora una volta liberato dalla schiavitù. Il Signore vede la sofferenza del suo popolo, ne ascolta la preghiera e decide di intervenire. Si presenta quindi a Gedeone sotto le sembianze di un angelo che gli parla direttamente. Il Signore si rivela sempre come parola. «Il Signore è con te». La risposta di Gedeone è però al plurale: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo?». Comprende che la chiamata non è mai individuale, è per l’intero popolo che lui in quel momento rappresenta. Il Signore risponde scegliendo lo stesso Gedeone e inviandolo perché vinca il male di cui si lamenta: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian». La forza di Gedeone sta nel Signore stesso: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti». Gedeone inizia ad accogliere queste parole. Vuole però continuare ancora il dialogo con Dio per essere certo che sia proprio lui a parlargli. Potremmo dire che vuole “vedere” Dio con i propri occhi. E lo “vede” nel contesto dell’ospitalità. Gedeone, come in un gesto liturgico, offre all’ospite il cibo, ma è lo stesso ospite che lo tocca e lo rende santo. E a quel punto l’angelo del Signore scompare dai suoi occhi. Sembra un’anticipazione dell’incontro di Emmaus. Sin dai primi passi della storia della salvezza l’ospitalità e l’accoglienza appaiono come il luogo dell’incontro con Dio. Gesù stesso dirà: «Avevo fame… ero forestiero e mi avete ospitato» (Mt 25,31-46).


Salmo Responsoriale

Dal Sal 112(113)

R. Sia benedetto il nome del Signore, da ora e per sempre.

Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
da ora e per sempre. R.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutte le genti eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria. R.

Chi è come il Signore, nostro Dio,
che siede nell’alto
e si china a guardare
sui cieli e sulla terra? R.

Solleva dalla polvere il debole,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i prìncipi,
tra i prìncipi del suo popolo. R.


Vangelo Mt 19,23-30 | Gesù allora disse ai suoi discepoli: "In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio". A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: "Allora, chi può essere salvato?". Gesù li guardò e disse: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile". Allora Pietro gli rispose: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?". E Gesù disse loro: "In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d'Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi.