XIV del tempo ordinario
XIV del tempo ordinario
M Mons. Vincenzo Paglia
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Prima Lettura Is 66,10-14c | Rallegratevi con Gerusalemme, esultate per essa tutti voi che l'amate. Sfavillate con essa di gioia tutti voi che per essa eravate in lutto. Così sarete allattati e vi sazierete al seno delle sue consolazioni; succhierete e vi delizierete al petto della sua gloria. Perché così dice il Signore: "Ecco, io farò scorrere verso di essa, come un fiume, la pace; come un torrente in piena, la gloria delle genti. Voi sarete allattati e portati in braccio, e sulle ginocchia sarete accarezzati. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; a Gerusalemme sarete consolati. Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, le vostre ossa saranno rigogliose come l'erba. La mano del Signore si farà conoscere ai suoi servi, ma la sua collera contro i nemici.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 65(66)

R. Acclamate Dio, voi tutti della terra.

Acclamate Dio, voi tutti della terra,
cantate la gloria del suo nome,
dategli gloria con la lode.
Dite a Dio: «Terribili sono le tue opere!». R.
 
«A te si prostri tutta la terra,
a te canti inni, canti al tuo nome».
Venite e vedete le opere di Dio,
terribile nel suo agire sugli uomini. R.
 
Egli cambiò il mare in terraferma;
passarono a piedi il fiume:
per questo in lui esultiamo di gioia.
Con la sua forza domina in eterno. R.
 
Venite, ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e narrerò quanto per me ha fatto.
Sia benedetto Dio,
che non ha respinto la mia preghiera,
non mi ha negato la sua misericordia. R.


Seconda Lettura Gal 6,14-18 | Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo. Non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia, come su tutto l'Israele di Dio. D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.


Vangelo Lc 10,1-12.17-20 | Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: 'Pace a questa casa!'. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: 'È vicino a voi il regno di Dio'. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: 'Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino'. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: 'Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome'. Egli disse loro: 'Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli'.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Is 66,10-14c; Sal 66 (65); Gal 6,14-18; Lc 10,1-12.17-20 | Gesù, che aveva iniziato il suo viaggio verso Gerusalemme, sentiva importante che la gente che avrebbe dovuto incontrare fosse preparata ad accogliere la sua predicazione. Di qui l’invio dei 72 discepoli per questa missione nelle città e nei villaggi della Galilea. Il numero di 72 è simbolico: era il numero dei popoli della terra. Il senso era chiaro: sin dalla piccola Galilea, Gesù ha davanti ai suoi occhi tutti i popoli della terra. E vuole che tutti possano ricevere il Vangelo ed essere salvati. È la volontà di Gesù stesso che la predicazione cristiana sia destinata a tutti, nessuno deve essere escluso. Questa tensione missionaria è particolarmente attuale in questo momento della storia. Purtroppo in tanti, anche credenti, sono tentati di ripiegarsi su se stessi, di chiudersi nelle proprie frontiere. Gesù, invece, invita ad alzare lo sguardo: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!».

                     Le folle di oggi sono impaurite, disorientate, intristite, oppresse dalla violenza e dalle guerre, come anche dalle pandemie e dagli sconvolgimenti del clima. Tutti – potremmo dire – aspettano che quei settantadue discepoli vadano a due a due ovunque. Potremmo pensare che sono pochi rispetto all’immensità delle domande. È una tentazione insidiosa. Per il Signore ne bastano due che sappiano però visitare le case e le città portando il saluto di pace. La loro forza non sta nelle strategie umane, ma nel Vangelo dell’amore. E Gesù ne esemplifica la forza pur nell’apparente debolezza: «Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo ai lupi». Può sembrare difficile che un “agnello” faccia cambiare vita al “lupo”; che l’amore sconfigga le paure, l’arroganza, la violenza che sembrano regnare nel cuore di tanti. Ma il Vangelo è l’unica forza dei discepoli. Lo sanno bene oggi quei cristiani che sono vittime di persecuzione. E sono innumerevoli in questo nostro tempo. Ma tutti – chi più chi meno – siamo chiamati ad essere testimoni dei miracoli del Vangelo dell’amore, fino a far nostra la gioia dei settantadue: «Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome». E Gesù ripete anche a noi: «Vedevo satana cadere dal cielo come una folgore». È il miracolo dell’amore per i poveri che mostra il crollo del muro dell’indifferenza per vedere stabilirsi i legami dell’amore. E cresce la gioia di chi è aiutato e di chi aiuta. È l’invito a rallegrarsi perché questo legame d’amore scrive i nostri nomi nel cielo.