Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe
Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe
M Mons. Vincenzo Paglia
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Lettura Gen 49,29-33.50,15-26a | Poi diede loro quest'ordine: "Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l'Ittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l'Ittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti". Quando Giacobbe ebbe finito di dare quest'ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò, e fu riunito ai suoi antenati.

Ma i fratelli di Giuseppe cominciarono ad aver paura, dato che il loro padre era morto, e dissero: "Chissà se Giuseppe non ci tratterà da nemici e non ci renderà tutto il male che noi gli abbiamo fatto?". Allora mandarono a dire a Giuseppe: "Tuo padre prima di morire ha dato quest'ordine: 'Direte a Giuseppe: Perdona il delitto dei tuoi fratelli e il loro peccato, perché ti hanno fatto del male!'. Perdona dunque il delitto dei servi del Dio di tuo padre!". Giuseppe pianse quando gli si parlò così. E i suoi fratelli andarono e si gettarono a terra davanti a lui e dissero: "Eccoci tuoi schiavi!". Ma Giuseppe disse loro: "Non temete. Tengo io forse il posto di Dio? Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera: far vivere un popolo numeroso. Dunque non temete, io provvederò al sostentamento per voi e per i vostri bambini". Così li consolò parlando al loro cuore.

Giuseppe con la famiglia di suo padre abitò in Egitto; egli visse centodieci anni. Così Giuseppe vide i figli di Èfraim fino alla terza generazione e anche i figli di Machir, figlio di Manasse, nacquero sulle ginocchia di Giuseppe. Poi Giuseppe disse ai fratelli: "Io sto per morire, ma Dio verrà certo a visitarvi e vi farà uscire da questa terra, verso la terra che egli ha promesso con giuramento ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe". Giuseppe fece giurare ai figli d'Israele così: "Dio verrà certo a visitarvi e allora voi porterete via di qui le mie ossa". Giuseppe morì all'età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto.


Il commento di Monsignor Vincenzo Paglia

Genesi 49,29-33; 50,15-26a | Dalla morte di Giacobbe alla morte di Giuseppe Giacobbe ha ritrovato il figlio prediletto, Giuseppe. Chiede ai suoi di essere seppellito dove giacevano Abramo e Sara, Isacco, Rebecca e Lia. La morte viene descritta come un riunirsi agli antenati. Come la vita la riceviamo in una storia, così la morte è nascere a una vita dove troviamo di nuovo coloro che ci hanno generato, insieme a colui che è il creatore e l’autore della vita. I fratelli di Giuseppe cominciano ad aver paura. Il peccato, nonostante la riconciliazione che c’era stata con il loro fratello, lascia sempre tanta paura, fa vedere il male dove non c’è, diventa un’ombra che condiziona, riempie di diffidenza, di sospetti, consiglia il pensare male, ispira il difendersi. Il peccato sembra sempre più convincente del perdono. Quei fratelli si chiedono se, una volta morto il padre, Giuseppe non li avrebbe trattati da nemici e non avrebbe reso tutto il male che essi avevano fatto. Cercano di difendersi usando proprio il padre per difendere la fraternità che essi avevano distrutto. Spesso ci crediamo intelligenti e capaci di difenderci dal male. In realtà ne restiamo prigionieri. I fratelli fanno una grande fatica a credere alla riconciliazione, alla misericordia. Essi continuano a pensare che anche Giuseppe abbia la loro stessa logica. In verità, quel fratello è diverso. Egli, come i veri credenti rispettosi della paternità, non si fa condizionare dal male: «Se voi avevate tramato del male contro di me, Dio ha pensato di farlo servire a un bene, per compiere quello che oggi si avvera». Il male moltiplica il male e inquina l’amore. Solo l’amore può spezzarne le catene e la logica che lo riproduce.


Salmo Responsoriale

Dal Sal 104(105)

R. Voi che cercate Dio, fatevi coraggio.
Oppure:
R. Cerchiamo il tuo volto, Signore, colmaci di gioia.

Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie. R.

Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto. R.

Voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
È lui il Signore, nostro Dio:
su tutta la terra i suoi giudizi. R.


Vangelo Mt 10,24-33 | Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.